29.8.06

Briciole di ragione, un mare di demenza
Maurizio Blondet
28/08/2006
Il presidente della repubblica turca Ahmet Necdet Sezer

Il presidente della repubblica turca, Ahmet Necdet Sezer, s’è dichiarato contrario all’invio di truppe turche in Libano: «La Turchia non ha il dovere di proteggere l’interesse nazionale di altri Paesi», ha detto. (1)
Ha dato voce così alla convinzione dell’opinione pubblica nazionale, convinta che la risoluzione 1701 («Disarmare Hezbollah») serva a proteggere l’aggressore, Israele, dall’aggredito.
La TV turca non ha nascosto nulla delle devastazioni criminali inflitte al Libano.
«La Turchia è stata raggirata a mandare soldati, mentre Paesi più forti si astengono dal mandare i loro. Nel momento in cui la Turchia ha i suoi problemi, non è suo compito risolvere i problemi di sicurezza di altri Paesi».
L’accenno ai problemi è un’allusione alle attività terroristiche che i curdi del PKK lanciano dai santuari del Kurdistan iracheno: recentemente aerei turchi hanno bombardato questi santuari, ma gli USA vietano ad Ankara di inseguire i terroristi nel territorio iracheno.
Infatti ha detto il presidente: «Perché mai il nostro esercito dovrebbe essere in Libano, se la Turchia non riceve appoggio nella lotta contro le organizzazioni terroriste?».
Le dichiarazioni del presidente, in duro contrasto con la volontà del governo Erdgonan (islamico «moderato») di partecipare alla forza d’interposizione, cadono nell’imminenza della visita ad Ankara di Kofi Annan, che verrà appunto a chiedere soldati.


Parole di dignità e di ragione.
Che contrastano con l’euforica demenza che pare abbia colto l’Italia, in vista dell’interposizione. «L’Europa è rinata», titola il Messaggero: «L’Italia torna fra i grandi», strilla La Repubblica.
Né si dovrà tacere sul penoso spettacolo del «popolo della pace» che ad Assisi applaude la nostra entrata in una guerra che ci coinvolgerà, ovviamente perché a trascinarci nel tritacarne approntatoci dai sionisti è il «loro» governo Prodi.
Fosse stato il governo Berlusconi, avrebbero coperto l’Italia di bandiere arcobaleno.
Tutti questi preti e suore a giustificare, sragionanti e farfuglianti… l’intervento.
Doppiezza morale, settarismo provinciale, altro che pacifismo.
Non che a destra imperi la lucidità.
Rileggo gli SMS che mi manda ogni mattina l’amico Siro Mazza, che si alza presto e divora
i giornali, segnalando poi le dichiarazioni più dementi.
In questi giorni, i suoi SMS compongono il panorama agghiacciante di una sorta di follia collettiva indotta - quella demenza irresponsabile che (chi ha studiato la nostra storia lo sa) è stata preludio costante della nostra entrata nelle imprese belliche più disastrose.
Esempio: 19 agosto: «Su Il Giornale, Introvigne: ‘Iran eguale Terzo Reich’ (allora fare il paragone si può, certe volte). E aggiunge: ‘Islam attende come Messia il Mahdi’. No, attende Gesù!».
Già: tutti noi conoscevamo Massimo Introvigne, almeno, come conoscitore di religioni.
Ora commette un errore elementare: dimentica, l’ex-esperto, che anche per i musulmani il Messia atteso è Gesù figlio di Maria, Issa bin Mariam.
Anche per gli sciiti che inoltre attendono il Mahdi.


Prova vivente di quanto l’odio frenetico e indecifrabile possa istupidire.
Altro SMS: «Su Il Foglio oggi porno-cristianista Langone minaccia di morte chi dice che Hezbollah non è terrorista, e cita empiamente san Bernardo esortando ad ammazzare gli islamici».
Non so bene chi sia questo Langone, né perché Siro lo chiami porno-cristianista.
So che la frenesia bellicista di questo personaggio, nei giorni della devastazione del Libano, raggiungeva culmini da orgasmo.
Primo agosto: «Su Il Foglio il cristianista Langone loda Israele per i suoi missili ‘crociati’».
24 agosto: «Sempre più minacciosi: su ‘Il Foglio’ oggi il cristianista Langone evoca l’omicidio Moro, per il suo filo-arabismo…».
Sete di sangue, voglia di sterminio.
Per giorni e giorni, naturalmente, i media hanno aizzato l’odio e le oscure paure italiote agitando all’infinito il caso del padre pakistano che a Brescia ha ucciso la figlia.
Libero titola: «Il mandante è Allah».
Siro Mazza scrive un SMS il 21 agosto: «Se l’omicidio del padre pachistano è un ‘delitto islamico’, allora l’omicidio del sagrestano cingalese è ‘cattolico’?».
Già: e che dire della camorra, la quale ammazza ogni anno a Napoli oltre cento persone - più di quanto il terrorismo islamico abbia mai ucciso in Italia (la cifra, per questo, è zero) - senza suscitare un allarme sociale minimamente paragonabile al delitto di Brescia?
La camorra è così perchè cristiana?
Ma le domande ragionevoli sono in questo momento escluse: la prima vittima della guerra, prima ancora che la guerra cominci, è notoriamente l’intelligenza.


L’onorevole Giovanardi l’ho conosciuto, ho sempre apprezzato la sua posata ragionevolezza. Ora intima agli islamici che abitano tra noi: «Chi vuol essere cittadino italiano rinunci alla doppia cittadinanza e identità, e sia patriota solo italiano».
Siro Mazza commenta: «Vale solo per gli islamici, o anche per altri popoli del Libro?».
Già. Perché Giovanardi, nella sua nuova demenza, non capisce nemmeno di aver toccato un tasto scottante: una quantità di ebrei italiani hanno doppia cittadinanza e identità, e tutti possono avere
a semplice richiesta la cittadinanza israeliana, solo portando le prove del loro sangue eletto (madre, nonna, o ava giudea), perché lo Stato ebraico è il solo stato razziale del mondo.
Molti giovani ebrei italiani sono andati in questi giorni a combattere per la loro vera patria.
Pezzana (quello del Fuori e di Informazione corretta, quello che fa le pulci a giornalisti non-obbiettivi) giorni fa su Il Foglio piangeva uno di questi, caduto in Libano.
Ora, si deve sapere che la legge italiana vieta l’arruolamento di suoi cittadini in eserciti stranieri.
La magistratura, che ha accolto le denunce contro l’Ucoi, potrebbe utilmente indagare sugli ebrei che vivono tra noi e violano le nostre leggi.
Pezzana potrebbe essere messo in galera per apologia di reato. (2)
E Giovanardi potrebbe rivolgere la sua intimazione a Pacifici e al rabbino Di Segni: «Chi vuol essere cittadino italiano rinunci alla doppia cittadinanza e identità, e sia patriota solo italiano».
Potrebbe e dovrebbe, se la ragione - la razionalità giuridica, romana, gloria dell’Occidente - non fosse oscurata dal nuovo diritto talmudico.


Infatti, come ci ricorda un altro SMS, il ministro Giuliano Amato istruisce burbero i musulmani dell’Ucoi: «L’esecrazione per l’olocausto è il sentimento fondante della democrazia».
E ancora: «L’Ucoi si uniformi ai valori della nostra repubblica, come l’esecrazione dell’olocausto e la sua unicità».
Chi mantiene un briciolo di ragione resta interdetto: pensava che «il sentimento fondante della democrazia» fosse il senso dell’uguaglianza fra tutti i cittadini davanti alla legge, senza i privilegi e le esenzioni basate sul sangue che furono tipiche dell’ancien régime.
Pensava che la democrazia avesse a che fare con concetti laici come la sovranità popolare, «nessuna tassazione senza rappresentanza», e cose del genere.
Ora invece Amato, il fine giurista, ci informa che la democrazia è basata su una fede sacrale, e su un sentimento mistico: non solo «l’esecrazione per l’olocausto», ma la credenza inconcussa nella sua «unicità».
Anzitutto: quale psico-polizia misurerà l’esecrazione, questo sentimento privato ed intimo, che però dà la cittadinanza?
Chi non esecra abbastanza, perde i diritti di cittadino?
Non ha più la protezione della legge?
Diventa un meteco, un semi-schiavo?
Sarà espulso, o privato del passaporto?
Ma prescrivere la fede nella «unicità dell’olocausto» è ancora peggio, perché annulla la laicità dello Stato e la neutralità religiosa del discorso pubblico.


L’Islam, come sappiamo, impone di credere nella unicità di Dio; in Italia, ancor oggi, ciascuno può non credere, senza incorrere in reato, ad alcun Dio.
Amato impone la vera sharia totalitaria a cui dobbiamo tutti obbedire. (3)
«E’ la nuova teocrazia ebreo-latrica», commenta Siro.
Infatti: questa è la sola religione pubblica rimasta, come abbiamo già detto in passato.
La sola religione, ormai, che esiga un culto pubblico esterno e ufficiale, e che riesca a imporlo, assai meglio della Chiesa vecchia.
Altro SMS: «Il democristiano Kossiga in Israele dei suoi amici-padroni. E va in pellegrinaggio: a Yad Vashem, mica al Santo Sepolcro».
A questa nuova religione, senza stupore, s’inchinano i cardinali della vecchia fede superata.
SMS di Siro, 25 agosto: «Cardinale Shonborn su Il Foglio oggi: ‘ebrei ancora popolo eletto. Israele loro terra per diritto divino’. La nuova e subalterna alleanza... Sì, il nuovo testamento è abolito. Ritorna in vigore l’antico, con effetto retroattivo…».
I SMS si susseguono, è tutto un fiorire di demenze e insensatezze:
30 luglio: «Bernard Henry-Levy su Il Corriere: esercito ebraico più simpatico che marziale».
29 luglio: «Libero: Beirut bombardata troppo poco».
22 luglio: «Per l’equazione Israele=Nazismo, Gasparri ha sollecitato la galera per i capi dell’Ucoii».
«Oggi su Il Giornale Minimo Introvigne invoca attacco all’Iran per evitare ‘un nuovo olocausto’».


Ebbene, vedete come avanza la nuova religione: l’olocausto deve restare «unico».
Introvigne è già un noachico benemerito, talmudista a piena cittadinanza.
Potrà, come i «cittadini» israeliani di razza palestinese, circolare con un’auto che ha targa di colore diverso da quello dei cittadini ebraici a pieno titolo: con quella targa, i «cittadini» israelo-palestinesi hanno il divieto di circolare su certe strade privilegiate, riservate ai bianchi.
Un tempo si chiamava apartheid, ora è la sacra democrazia, quella della non-uguaglianza.
Quella che i nostri soldati vanno a difendere in Libano. (4)
Ci è grato citare, come mite antidoto alla demenza collettiva, un commento di Massimo Fini sulla faccenda dell’Ucoii.
Fini ridicolizza Magdi Allam, il quale ha sostenuto su Il Corriere che con quel comunicato, l’organizzazione musulmana: «Nega il diritto di Israele all’esistenza e ne predica la distruzione». Ma nel comunicato, per quanto deplorevole, questo non c’è: falsità, demenza, istigazione all’odio religioso e razziale.
Dov’è finita la legge Mancino?
Dice Fini: «Non è possibile che Israele pretenda, come pretende, un trattamento privilegiato in ragione dello sterminio di sessant’anni fa… l’Ucoii ha espresso un suo punto di vista. Le espulsioni, le fatwa, la garrota, le manette, lasciamole ai totalitarismi». (5)
Voce della ragione civile, laica, secolare: ma oggi isolata e flebile, nella demenza generale.

Maurizio Blondet


Note
1) «President Sezer strongly opposes turkish troops in Lebanon», Cihan News Agency, 26 agosto 2006.
2) O in TSO, trattamento sanitario obbligatorio psichiatrico. Un SMS che riguarda il militante ebreo-omosex: «9 agosto. Su Libero, Pezzana infuriato perché i missili Hezbollah hanno fatto annullare il Gay World Pride a Gerusalemme. Terroristi!». Demenza, pura demenza.
3) Il dottor sottile, almeno, parla pro domo sua. Il cognome «Amato» si traduce, in ebraico, «David». Non si finirà mai dall’essere affascinati dalle misteriose protezioni che rendono intoccabile questo individuo: braccio destro di Craxi e mai sfiorato da Mani Pulite, pregato in ginocchio da D’Alema di entrare nel suo partito (la Cosa due), quasi che la presenza di Giuliano David fosse necessaria a salvare quel che restava del PCI… Amato sembra essere una di quelle figure che certi poteri forti internazionali hanno messo dentro i partiti italiani come «controllori» o sorveglianti. Un’altra figura simile è Napolitano, e lo fu ancor più il suo maestro Amendola: il gruppo cosiddetto migliorista, affini ai repubblicani di La Malfa più che alla classe operaia; e i soli comunisti che, negli anni ‘50, godevano del visto permanente per gli USA. Comunisti non lo erano, palesemente. Ma il partito se li teneva cari. Né loro l’abbandonarono mai: nel ‘56, rivoluzione ungherese, molti comunisti veri e onesti stracciarono la tessera. Napolitano il moderatissimo, non lo fece. E si capisce bene perché: nel partito, lui c’era stato messo per fare un lavoro.
4) Il rabbino israeliano Ytzakh Ben-Zvi, sulla pubblicazione «Hasidic World», ha scritto: «Gli arabi sono gente simile agli asini… una vile nazione di selvaggi, assetati di assassinio: sono peggiori del nemico nazista». La notizia è stata diramata dall’agenzia Ynet.news, «Haredi writer accused of racism», 26 agosto 2006.
5) Massimo Fini, «Ma ciascuno ha il diritto di protestare come vuole», La Padania, 26 agosto2006.


Copyright © - EFFEDIEFFE - all rights reserved.




http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1396&parametro=politica

Nessun commento: