1.12.09

Default di Dubai, pagamenti in ritardo

default dubaiSu segnalazione di Pluto e tra i commenti Corvo, informiamo che Dubai World ha chiesto ai creditori di poter sospendere il pagamento dei debiti in scadenza almeno fino a maggio dell'anno prossimo.

Dubai prossima al default?

Lo ha annunciato in un comunicato Dubai Financial Support Fund, il fondo sovrano a capitale pubblico di Dubai.

Sarebbe nei guai la controllata Nakheel, la societa' di costruzioni famosa per l'isola a forma di palma, il gioiello dell'emiro di Dubai.

Nakheel avrebbe dovuto far fronte a bond per 3,5 miliardi di dollari entro il 14 dicembre.

Invece non ce la farà.

I CDS (credit default swap, contratti tra due parti che scommettono sul default di una terza parte ed hanno un valore che cresce al crescere del rischio default) legati alla possibilità di default di Dubai sono già saliti di 131 punti base per arrivare a quota 571, secondo i dati forniti da CMA DataVision via Bloomberg.


Grecia, equilibrio economico precario

Non sta meglio l'economia greca: ieri Atene ha segnato un pesante -2,9% perchè gli investitori avrebbero consistenti preoccupazioni sull'equilibrio fiscale ed economico del Paese.

Un direttore della ricerca di una banca greca ha dichiarato


Gli investitori istituzionali stranieri sono preoccupati sulle condizioni della Grecia e sulle sue prospettive



Bank holiday e meltdown globale


Oggi sarebbe proprio un buon giorno per il meltdown globale dell'economia mondiale, anche se piove e non ho niente da mettermi.

Oggi è il giorno del ringraziamento e quasi tutti gli uffici e le banche in USA sono chiusi.

Domani molti faranno ponte. Bank holiday di 4 giorni.

Ci ricorda qualcosa...


Chi ci ricorda?

Nel 1933 Franklin Delano Roosevelt, nel pieno della Grande Depressione e due giorni dopo aver assunto l'incarico di presidente, si inventò una bank holiday di 4 giorni, due giorni dopo aver assunto l'incarico.

In quei quattro giorni tutte le banche del paese rimasero chiuse, evitando così l'estendersi all'intera nazione delle frequenti ondate di corse agli sportelli che dell'inizio della crisi nel 1929 si manifestavano regolarmente e mettevano l'intero sistema economico americano a rischio meltdown.

Nel frattempo 2100 banche fallirono .

I correntisti lo presero, per così dire, in quel posto, ed i banchieri ebbero la pellaccia al sicuro.

Il 13 luglio 1931 era accaduto lo stesso in Germania: banche chiuse per 3 giorni e con 3 settimane di tempo prima della riapertura al pubblico.

Anche in quell'occasione, i correntisti lo presero in quel posto, ed i banchieri ebbero ancora una volta la pellaccia al sicuro.

Tornando in USA il 5 Aprile 1933, con il decreto presidenziale 6102, Roosevelt sequestrava di fatto l'oro degli americani pagandolo con carta stampata ad un cambio fisso.

Constatato che "l’emergenza nazionale persiste", ordinava "a tutti i privati di consegnare a una banca della Federal Reserve o sua agenzia, entro il 1 maggio 1933, tutte le coniazioni d’oro, oro in barre, oro in certificati in loro possesso o che verranno in loro possesso entro il 28 aprile 1933".

Infine, con il Gold Reserve Act del Gennaio 1934, Roosevelt dichiarò vietata la circolazione ed il possesso privato di monete d'oro degli Stati Uniti, le pose fuori corso legale, e le persone furono costrette a convertirle in denaro cartaceo.

Fu una grande truffa, fu la fine del Gold Standard.

Ma, secondo la versione che si legge a scuola, Roosevelt scrisse il suo nome nella Storia come il presidente che porto' l'america fuori dalla Grande Depressione.

Ehi, guarda, una capretta.



AGGIORNAMENTO h 15:21

la borsa di Londra è bloccata da alcune ore per "ragioni tecniche" , da wallstreetitalia

Gli scambi azionari alla Borsa di Londra sono sospesi a causa di difficolta' tecniche. Lo ha reso noto un portavoce del London Stock Exchange. Non e' stata decisa la durata della fase d'asta. L'indice Ftse 100 e' stato congelato a 5.264,97 punti con un calo dell'1,9%.


Vi ricordiamo che il fondo sovrano di Dubai è proprietario di parte del London Stock Exchange (LSE)...


AGGIORNAMENTO 15:50

da Reuters

Visto che Borse Dubai, anch'essa controllata dallo stato, detiene un grossa quota nell'LSE , gli investitori sono ovviamente preoccupati e si chiedono se la situazione in Dubai possa portare a una dismissione della partecipazione


Ehi, guarda, un guasto tecnico.

Senza dimenticare, grazie a swissinfo, che

LONDRA - La Banca d'Inghilterra, all'indomani del crollo di Lehman Brothers che fece precipitare la crisi finanziaria, tenne in vita i gruppi HBOS e Royal Bank of Scotland con prestiti 'segreti' pari a 62 miliardi di sterline, qualcosa come 104 miliardi di franchi.

I dettagli del piano di salvataggio chiamato Emergency Liquidity Assistance sono stati resi noti solo oggi dalla banca centrale. Questo perché il governo ha voluto evitare il panico nei mercati finanziari.


AGGIORNAMENTO 16:00

Londra ha riaperto dopo 3 ore e mezza di guasto tecnico


AGGIORNAMENTO 18:17

A Dubai e nei paesi arabi inizia domani la festività di Eid al-Adha. Senza offendere le festività religiosa islamica, la possiamo paragonare ad una bank holiday occidentale. Quindi domani uffici chiusi anche nel mondo arabo....

Infine qualcuno ricorda che domani è il famoso 27 novembre 2009. Secondo alcuni lettori, blogger e siti che citano il Web Bot Project, sarebbe la data in cui il presidente barack obama annuncerà al mondo importanti disclosure sull'esistenza dei fratelli delle stelle.

Mancano poche ore! Vedremo presto se il web bot supererà la prova (e se sarà il caso di fare attenzione alle libertà personali, com'e' prevedibile...) o se tutto proseguirà trascindandosi più o meno come prima.

24.11.09

SOCIÉTÉ GÉNÉRALE DICE AI PROPRI CLIENTI 
 COME PREPARARSI AD UN POSSIBILE “CROLLO GLOBALE”


DI AMBROSE EVANS-PRITCHARD 
telegraph.co.uk

In un rapporto intitolato “Worst-case debt scenario”, il team di gestione degli asset della banca ha dichiarato che nell’ultimo anno i pacchetti di salvataggio statali hanno solamente trasferito i debiti privati sulle spalle ormai incurvate degli stati, creando una nuova serie di problemi.

Il debito complessivo, come percentuale del PIL, è ancora eccessivamente elevato in quasi tutte le economie ricche (il 350% negli Stati Uniti). Deve essere ridotto, nei prossimi anni, con il lavoraccio necessario di “diminuzione della leva.”
“Finora nessuno può dire con certezza se siamo effettivamente scampati dalla prospettiva di un crollo economico globale”, sostiene il rapporto di 68 pagine, curato dal responsabile degli asset Daniel Fermon. E’ una valutazione dei danni, non una previsione.

Nello scenario della banca francese chiamato “Situazione dell’Orso” (il risultato più pessimista tra i tre possibili), il dollaro scivolerebbe ulteriormente e i capitali globali sperimenterebbero di nuovo i minimi di marzo. I prezzi dell’immobiliare precipiterebbero un’altra volta. Il petrolio scenderebbe a 50 dollari al barile nel 2010.

I governi hanno già sparato le loro cartucce fiscali. Anche senza nuove spese, il debito pubblico esploderebbe entro due anni al 105% del PIL nel Regno Unito, al 125% negli Stati Uniti e nell’Eurozona e al 270% in Giappone. Il debito degli stati nel mondo raggiungerebbe i 45.000 miliardi di dollari, un aumento di due volte e mezzo in dieci anni.
(Le cifre riguardanti il Regno Unito sembrano basse perché il debito è partito da una base bassa. Ferman sostiene che il Regno Unito potrebbe convergere con l’Europa al 130% del PIL entro il 2015 nel risultato più pessimista).

Il peso del debito è superiore a quello susseguente alla Seconda Guerra Mondiale, quando i livelli nominali apparivano molto simili. L’invecchiamento delle popolazioni renderà più difficile l’erosione del debito attraverso la crescita. “Gli elevati debiti pubblici appaiono del tutto insostenibili nel lungo termine. Per il debito governativo abbiamo quasi raggiunto un punto di non ritorno”, viene detto. Il debito inflazionistico potrebbe essere visto da alcuni governi come il male minore.

Se così fosse, l’oro salirebbe “sempre più in alto”, l’unico rifugio sicuro dalla moneta a corso forzoso. Il debito privato si trova anch’esso in una situazione rovinosa. Anche se il tasso di risparmio americano si stabilizzasse al 7%, e venisse utilizzato tutto per ripagare il debito, occorrerebbero comunque nove anni alle famiglie per ridurre il rapporto debito/reddito ai livelli di sicurezza degli anni Ottanta. La banca ha affermato che la crisi attuale mostra delle “affascinanti similitudini” con il Giappone del Decennio Perduto (o dei due decenni), ma con una grossa differenza: il Giappone è riuscito a cavarsela esportando in una forte economia globale e permettendo la svalutazione dello yen. Per la metà del mondo non è possibile portare avanti contemporaneamente questa strategia.

SocGen consiglia ai ribassisti di vendere i dollari e di andare “short” sui titoli ciclici come tecnologia, automobili e viaggi per evitare di rimanere intrappolati nella “intrinseca spirale deflazionistica.” I mercati emergenti non verrebbero risparmiati. Paradossalmente, hanno un’influenza sulla crescita degli Stati Uniti maggiore della stessa Wall Street. I prodotti agricoli reggerebbero bene, zucchero in testa. Fermon ha detto che le obbligazioni spazzatura (“junk bond”) perderebbero solo nel 2010 il 31% del loro valore. Tuttavia, le obbligazioni sovrane genererebbero dei “profitti turbo” che imiterebbero la lenta ma continua discesa dei rendimenti che si è vista in Giappone quando la crisi ha toccato il fondo. Ad un certo punto il rendimento dei Buoni del Tesoro giapponesi a 10 anni è sceso allo 0,40%. La Fed conterrebbe i rendimenti acquistando altre obbligazioni. La Banca Centrale Europea farebbe ancora meno, per ragioni politiche.
La tesi di SocGen di acquistare obbligazioni sovrane è controversa. Un certo numero di fondi dubitano del fatto che lo scenario giapponese si possa ripetere, non ultimo il fatto che Tokyo stessa possa trovarsi all’apice di una crisi aggravata dal debito.

Fermon ha detto che il suo rapporto ha elettrizzato i clienti su entrambe le sponde dell’Atlantico. “Tutti vogliono sapere quale sarà l’impatto. Molti hedge fund e molti banchieri sono preoccupati.”

Ambrose Evans-Pritchard
Fonte: www.telegraph.co.uk
Link: http://www.telegraph.co.uk/finance/economics/6599281/Societe-Generale-tells-clients-how-to-prepare-for-global-collapse.html
18.11.2009

Traduzione a cura di JJULES per www.comedonchisciotte.org


  
  IL PERICOLO BIODEGRADABILE DEI FESSI
Postato il Lunedì, 23 novembre @ 07:45:51 CST di davide  
   
  DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info/

Dov’è l’attentato alla democrazia in Italia? Dove? Qualcuno me lo spiega? L’assioma del partito Antonio Di Pietro-editoriale l’Espresso è che l’operato di Silvio Berlusconi lo sia. Ma come può essere un attentato alla democrazia qualcosa che nell’arco di una singola legislatura può essere cancellato dalla Storia del Paese? Basta cambiare governo, avere una maggioranza discreta in parlamento, e sostanzialmente non c’è atto dell’odiato Cavaliere che non possa essere consegnato ai brutti ricordi. Come può essere un “pericolo per la democrazia” qualcosa che la democrazia può curare in pochi mesi? 

Gli attentati, quelli veri, non si cancellano. Provate a resuscitare i torturati a morte di Pinochet, o a far risorgere le Torri Gemelle con le sue 3000 vite. 

Provate a cancellare il vero attentato alla democrazia italiana e di tutto il mondo che ho divulgato in ‘Il Trattato di Lisbona’, ‘Ecco come morimmo’ e ‘Questo è il Potere’. Provate a fermare la privatizzazione dell’acqua – che è come se ci privatizzassero i globuli bianchi, poiché in assenza sia della prima che dei secondi il corpo umano semplicemente muore – quando passerà l’accordo GATS in sede Organizzazione Mondiale del Commercio, che ammanetta qualsiasi governo al mondo. Provate a reclamare contro una legge sovranazionale vincolante promulgata dalla Commissione Europea che nessun cittadino elegge (e come la cambi?), ma che è oggi il nostro vero governo, e che risponde solo alle lobby che ho descritto. Provate a bloccare la mano di un Sovereign Fund straniero che decida di sfilare dalla nostra economia una ventina di miliardi di euro in un attimo, fermando nella polvere aziende, posti di lavoro, il futuro di esseri umani come me e voi. Provate a resuscitare 34 anni di morte della democrazia partecipativa decisi dalla Commissione Trilaterale in privato. 

E allora, di cosa si va blaterando su una marea di blog, video, serate coi ‘paladini’, e dirette Tv del giovedì? Attentato a che? Alla nostra intelligenza… ecco, quello sì. 

Se Silvio Berlusconi attacca la democrazia, è però biodegradabile dalla democrazia. Il vero Potere no. Quello no!

Non possiamo continuare a essere dei fessi che sbraitano contro gli spaventapasseri per pompare a dismisura i conti in banca e gli ego di Grillo, Travaglio, Di Pietro e soci. Ma vi volete svegliare?

Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info/
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=155
23.11.2009

14.10.09

Il Grande inganno: da Maastricht a Lisbona
di Solange Manfredi – tratto da http://paolofranceschetti.blogspot.com/ 

Premessa
Nel corso di questi anni ho scritto diversi articoli sottolineando alcune sentenze o leggi che, a mio parere, presentavano diverse anomalie: 
violazioni costituzionali nell'esercizio della politica monetaria; 
attentato agli organi costituzionali; 
La costituzione inesistente, abbiamo perso tutto; 
Il lodo Alfano? Un falso bersaglio, l'Italia ha perso la tutela dei diritti umani. 

Non riuscivo a spiegarmi, allora, perché questi fatti non venissero segnalati, commentati e, soprattutto, perché i media tacessero la “pericolosità” di quanto stava accadendo. 
Oggi, probabilmente, ho capito il perché di quell’assordante silenzio. 
Quella che vi sto per raccontare è la storia di un grande inganno, un inganno che parte da lontano, sin dalla fine della seconda guerra mondiale. 
E’ la storia di un progetto (eversivo???) che vuole l’Europa governata da una oligarchia. 
Poiché il progetto subisce, nel 1992, un’importante accelerazione, è da tale anno che inizieremo a raccontare questa storia. 

Maastricht
Il 29 gennaio 1992 viene emanata la legge numero 35/1992 (Legge Carli - Amato) per la privatizzazione di istituti di credito ed enti pubblici. 
Passano pochi giorni ed ecco un’altra data cruciale, il 7 febbraio 1992. In questa data avvengono due fatti estremamente importanti per la realizzazione del progetto: 
viene varata la legge 82 con cui il ministro del Tesoro Guido Carli (già governatore della Banca d’Italia), attribuisce alla Banca d’Italia la “facoltà di variare il tasso ufficiale di sconto senza doverlo più concordare con il Tesoro”. Ovvero dal 1992 la Banca d’Italia decide autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro; 

Giulio Andreotti come presidente del Consiglio assieme al ministro degli Esteri Gianni de Michelis e al ministro del Tesoro Guido Carli firmano il Trattato di Maastrich, con il quale vengono istituiti il Sistema europeo di Banche Centrali (SEBC) e la Banca Centrale Europea (BCE). Il SEBC è un’organizzazione, formata dalla BCE e dalle Banche Centrali nazionali dei Paesi dell’Unione Europea, che ha il compito di emettere la moneta unica (euro) e di gestire la politica monetaria comune con l’obiettivo fondamentale di mantenere la stabilità dei prezzi. 
I cittadini italiani non si rendono conto della gravità delle conseguenze che questi atti hanno, ed avranno, sulle loro vite. Ne subiscono le conseguenze e quando si domandano “perchè”, ogni volta viene loro proposto un capro espiatorio diverso. L’importante è che i cittadini non riescano a capire quanto sta avvenendo. 

I potenti, nel frattempo, continuano a lavorare al loro progetto e, il 13 ottobre 1995, il governo italiano, con il Decreto Ministeriale numero 561, pone il segreto su:
“articolo 2) atti, studi, analisi, proposte e relazioni che riguardano la posizione italiana nell’ambito di accordi internazionali sulla politica monetaria…; 
d) atti preparatori del Consiglio della Comunità europea; 
e) atti preparatori dei negoziati della Comunità europea… 
Articolo 3. a ) atti relativi a studi, indagini, analisi, relazioni, proposte, programmi, elaborazioni e comunicazioni… sulla struttura e sull’andamento dei mercati finanziari e valutari…; ecc. …)”. 

Insomma, quanto il Governo sta facendo per realizzare il progetto europeo non si deve sapere, men che meno in ambito di politica monetaria.

Il 1 gennaio 2002 l’Italia ed altri Paesi europei (non tutti) adottano come moneta l’uro. I prezzi raddoppiano, gli stipendi no. La crisi economica si acuisce. Anche in questo caso viene offerto ai cittadini qualche capro espiatorio per giustificare una crisi che, invece, secondo alcuni analisti, è stata pianificata da tempo.

Il 4 gennaio 2004 Famiglia Cristiana rende note le quote di partecipazione alla Banca d’Italia. Si scopre così, per la prima volta (le quote di partecipazione di Banca d’Italia erano riservate) che l’istituto di emissione e di vigilanza, in palese violazione dell’articolo 3 del suo statuto (“In ogni caso dovrà essere assicurata la permanenza della partecipazione maggioritaria al capitale della Banca da parte di enti pubblici o di società la cui maggioranza delle azioni con diritto di voto sia posseduta da enti pubblici) è, per il 95% in mano a banche private e società di assicurazione (Intesa, San Paolo, Unicredito, Generali, ecc..). Solo il 5% è dell’INPS. 

Da quando la Banca d’Italia è in mano ai privati? Come è potuto succedere tutto ciò? La risposta è semplice: con la privatizzazione degli istituti di credito voluta con la legge numero 35/1992 Amato- Carli, cui, l’ex governatore della Banca d’Italia, ha fatto subito seguire la legge 82/1992, che dava facoltà alla Banca d’Italia di decidere autonomamente il costo del denaro. 
In altri termini con queste due leggi la Banca d’Italia è divenuta proprietà di banche private che si decidevano da sole il costo del denaro sancendo così, definitivamente, il dominio della finanza privata sullo Stato. A questo stato di cose seguono i noti scandali bancari (Bond argentini, Cirio, Parmalat, scalata Unipol con il rinvio a giudizio del governatore di Banca d’Italia Fazio, ecc..) con grande danno per migliaia di risparmiatori. 
Non è possibile che il ministro Carli, ex governatore della Banca d’Italia, non si sia accorto di tutto ciò. Ed ancora: è possibile che i politici, ministri del Tesoro, governatori non si siano accorti, per ben 12 anni, di questa anomalia? Comunque se ne accorgono alcuni cittadini, che citano immediatamente in giudizio la Banca d’Italia. 

Il 26 settembre 2005 un giudice di Lecce, con la sentenza 2978/05, condanna la Banca d’Italia a restituire ad un cittadino (l’attore) la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito monetario. 
Nella sentenza viene sottolineato, inoltre, come la Banca d’Italia, solo nel periodo 1996-2003, si sia appropriata indebitamente di una somma pari a 5 miliardi di euro a danno dei cittadini. Ma ancora non basta, perché la perizia del CTU nominato dal giudice mette in evidenza: 

Per quanto concerne la Banca d’Italia: 
come questa sia, in realtà, un ente privato, strutturato come società per azioni, a cui è affidata, in regime di monopolio, la funzione statale di emissione di carta moneta, senza controlli da parte dello Stato; 
come, pur avendo il compito di vigilare sulle altre banche, Banca d’Italia sia in realtà di proprietà e controllata dagli stessi istituti che dovrebbe controllare; 
come, dal 1992, un gruppo di banche private decida autonomamente per lo Stato italiano il costo del denaro. 

Per quanto concerne la BCE:
come questa sia un soggetto privato con sede a Francoforte; 
come, ex articolo 107 del Trattato di Maastricht, sia esplicitamente sottratta ad ogni controllo e governo democratico da parte degli organi dell’Unione Europea. 
come la succitata previsione faccia si che la BCE sia un soggetto sovranazionale ed extraterritoriale; 
come, tra i sottoscrittori della BCE, vi siano tre Stati (Svezia, Danimarca ed Inghilterra) che non hanno adottato come moneta l’euro, ma che, in virtù delle loro quote, possono influire sulla politica monetaria dei Paesi dell’euro. 

In altri termini la sentenza mette in evidenza come lo Stato, delegato dal popolo ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, dal 1992 l’abbia ceduta a soggetto diverso dallo Stato: prima alla Banca d’Italia (di proprietà al 95% di privati), quindi alla BCE (soggetto privato, soprannazionale ed extraterritoriale).

Così facendo lo Stato ha violato due articoli fondamentali della Costituzione:
L’articolo 1 che recita: “... La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Infatti il popolo aveva delegato i suoi rappresentanti ad esercitare la funzione sovrana di politica monetaria, non a cederla a soggetti privati;
L’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia … consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.

L’articolo 11 della Costituzione consente limitazioni (non già cessioni) della sovranità nazionale.
Inoltre, la sovranità monetaria non è stata ceduta a condizioni di parità (le quote di partecipazione alla BCE non sono paritarie), vi fa parte anche la Banca d’Inghilterra che non fa parte dell’euro e partecipa alle decisioni di politica monetaria del nostro Stato, senza che lo Stato italiano possa in alcun modo interferire nella politica monetaria interna.
Ed ancora. Tale limitazione (non cessione) può essere fatta ai soli fini di assicurare “la pace e la giustizia tra le Nazioni”. I fini della BCE non sono quelli di assicurare pace e giustizia fra le nazioni, ma quello di stabilire una politica monetaria. La sentenza è, quindi, estremamente importante e, per taluni, anche estremamente pericolosa, visto che ai politici che illegittimamente hanno concesso la sovranità monetaria prima alla Banca d’Italia e poi alla BCE potrebbero essere contestati i reati di cui agli articoli:
241 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo”.
283 codice penale: “Chiunque commette un fatto diretto a mutare la costituzione dello Stato, o la forma del Governo con mezzi non consentiti dall’ordinamento costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici anni”. 

I politici, infatti, hanno ceduto un potere indipendente e sovrano ad un organismo privato e, per quanto riguarda la BCE , anche esterno allo Stato. Il pericolo c’è, ma la paura di un possibile rinvio a giudizio per questi gravi reati dura poco. Per una strana coincidenza, a soli 5 mesi dalla sentenza che condanna la Banca d’Italia, nell’ultima riunione utile prima dello scioglimento delle camere in vista delle elezioni, con la legge 24 febbraio 2006 numero 85 dal titolo “Modifiche al codice penale in materia di reati di opinione” vengono modificati proprio gli articoli 241 (attentati contro l’indipendenza, l’integrità e l’unità dello Stato); 283 (attentato contro la Costituzione dello Stato); 289 (attentato contro organi costituzionali e contro le assemblee regionali), ovvero le figure di attentato alle istituzioni democratiche del Paese, che, diciamolo, con i reati di opinione hanno ben poco a che vedere. 

Cosa cambia con questa modifica? Nella sostanza le figure di attentato diventano punibili solo se si compiono atti violenti. Se invece si attenta alla Costituzione semplicemente abusando di un potere pubblico non si commette più reato. I politici, dunque, non solo sono salvi per quanto concerne il passato, ma, da ora in poi, potranno abusare del loro potere pubblico violando la Costituzione senza più rischiare assolutamente nulla. Certo, questa modifica priva la nostra repubblica di qualsiasi difesa, ma di questo pare nessuno se ne accorga. 

Pochi mesi dopo questa modifica arriva la sentenza 16.751/2006 della Cassazione a Sezioni Unite, che accoglie il ricorso di Banca d’Italia avverso la succitata sentenza del giudice di Lecce. Nelle motivazioni si legge: “... al giudice non compete sindacare il modo in cui lo Stato esplica le proprie funzioni sovrane, tra le quali sono indiscutibilmente comprese quelle di politica monetaria, di adesione a trattati internazionali e di partecipazione ad organismi sovranazionali: funzioni in rapporto alle quali non è dato configurare una situazione di interesse protetto a che gli atti in cui esse si manifestano assumano o non assumano un determinato contenuto”. 

In altri termini il giudice non può sindacare come lo Stato esercita le sue funzioni sovrane, neanche quando queste arrechino un danno al cittadino. 

Ma, come abbiamo appena visto, il cittadino è rimasto privo di difese anche nel caso in cui, abusando di poteri pubblici, la sua sovranità venga svenduta a soggetti privati. E allora che fare? Al cittadino resta un’ultima flebile speranza? Può aggrapparsi alla violazione dell’articolo 3 dello Statuto della Banca d’Italia? Assolutamente no, anche l’articolo 3 dello Statuto, ovviamente, è stato modificato a dicembre del 2006. Ora non è più necessaria nessuna partecipazione pubblica in Banca d’Italia. Tutto in mano ai privati per Statuto. 
La sovranità monetaria è persa. Ma l’inganno è solo all’inizio, anche se è stato portato a termine un tassello importante del progetto, in fondo si sa, è il denaro che governa il mondo. 

Lisbona 
I potenti, sicuri della loro totale impunità, proseguono nel grande inganno e, visto che nel 2005 la Costituzione Europea (che presentava palesi violazioni con le maggiori costituzioni europee e pareva scritta per favorire le grandi lobby affaristiche in danno dei cittadini) era stata bocciata da francesi ed olandesi al referendum, decidono che, per far passare il testo, si deve agire in due modi:

evitare di far votare la popolazione; 
rendere il testo illeggibile. 

Il loro progetto prevede di lasciare la Costituzione Europea immutata e, per evitare il referendum, di chiamarla Trattato. Poi, per non far capire al cittadino che nulla è cambiato, rendono il testo illeggibile inserendo migliaia di rinvii ad altre leggi e note a piè pagina, come hanno confessato:
l’ex presidente francese Valéry Giscard D’Estaing: “Il Trattato è uguale alla Costituzione bocciata. Solo il formato è differente, per evitare i referendum”; 
il parlamentare europeo danese Jens-Peter Bonde “i primi ministri erano pienamente consapevoli che il Trattato non sarebbe mai stato approvato se fosse stato letto, capito e sottoposto a referendum. La loro intenzione era di farlo approvare senza sporcarsi le mani con i loro elettori”;
il nostro Giuliano Amato: “Fu deciso che il documento fosse illeggibile... Fosse invece stato comprensibile, vi sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum”. 

Nel 2007 tutto è pronto e il 13 dicembre i capi di governo si riuniscono a Lisbona per firmare il Trattato, ovvero la Costituzione Europea bocciata nel 2005 e resa illeggibile. Ora manca solo la ratifica dei vari Stati. 
Il parlamento italiano ratifica il trattato di Lisbona l’8 agosto del 2008, approfittando della distrazione dei cittadini dovuta al periodo feriale. Nessuno spiega ai cittadini cosa comporti la ratifica del Trattato, ed i media, ancora una volta, tacciono. 
In realtà con quella ratifica abbiamo ceduto la nostra sovranità in materia legislativa, economica, monetaria, salute e difesa ad organi ( Commissione e Consiglio dei Ministri) che non verranno eletti dai cittadini. Il solo organo eletto dai cittadini, il Parlamento Europeo, non avrà, nei fatti, alcun potere. 
Ancora una volta i nostri politici, abusando del loro potere pubblico, hanno violato l’articolo 1 e 11 della nostra Costituzione.
L’articolo 1 perchè, come detto, lo Stato ha la delega ad esercitare la funzione sovrana in nome e per conto dei cittadini, non a cederla. E’ come se una persona avesse il compito di amministrare un immobile e lo vendesse all’insaputa del proprietario, abusando del potere che gli è stato conferito.

Inoltre ha violato l’articolo 11 perché, come abbiano visto: “L’Italia… consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità”.

Lo Stato, invece, ancora una volta ha ceduto la sovranità e l’ha ceduta non in condizioni di parità. Infatti l’Inghilterra, che già non ha aderito all’euro, in sede di negoziato ha ottenuto diverse e importanti esenzioni per aderire al Trattato di Lisbona, eppure pare che il primo presidente europeo sarà proprio l’ex primo ministro inglese Tony Blair. La nomina a presidente europeo di Blair deve far riflettere, sopratutto in ordine alla cosiddetta Clausola di Solidarietà presente nel Trattato di Lisbona. Detta Clausola prevede che ogni nazione europea sia tenuta a partecipare ad azioni militari quando si tratti di lottare contro “azioni terroristiche” in qualunque altra nazione. Il problema e che nessuno ha definito cosa si intenda per “azioni terroristiche”. Chi deciderà chi è un terrorista e perchè? Persone come Tony Blair, in passato coinvolto nello scandalo sulle inesistenti armi di distruzione di massa in mano a Saddam con cui è stata giustificata la guerra all’Iraq? A quante guerre ci sarà chiesto di partecipare solo perché qualche politico non democraticamente eletto avrà deciso di usare la parola “terrorista” o “azione terroristica”?

Si consideri che già, oggi, basta definire un cittadino “presunto terrorista” per poterlo privare dei diritti umani e permettere che i servizi segreti possano sequestrarlo a fini di tortura, attività criminale che potrà poi essere coperta con il segreto di Stato, come ha recentemente confermato con la sentenza 106/2009 anche la nostra Corte Costituzionale. 

Ma il dato più allarmante è che con il Trattato di Lisbona viene reintrodotta la pena di morte. Ovviamente tale dicitura non è chiaramente presente nel testo, ma in una noticina a piè pagina (si continua nell’inganno).
Leggendo attentamente questa noticina, e seguendo tutti i rimandi, si arriva alla conclusione che con il Trattato di Lisbona accettiamo anche la Carta dell’Unione Europea, la quale dice “La morte non si considera cagionata in violazione del presente articolo se è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario: Per eseguire un arresto regolare o per impedire l’evasione di una persona regolarmente detenuta; per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” (articolo 2, paragrafo 2 della CEDU).
La cosa è di estrema gravità. Infatti, anche in questo caso, chi deciderà che una protesta è sfociata in disordini tali da rendere lecito un omicidio? (l’Italia, poi, ha un triste primato in fatto di “agenti provocatori” pagati per trasformare una manifestazione in guerriglia). In quali casi si potrà sparare sulla folla disarmata? Chi deciderà quando potranno essere sospesi i diritti umani? Perché di questo si tratta.

Ecco la storia di un grande inganno, un inganno che inizia 

- con il cedere illecitamente, proteggendosi con il segreto, la funzione sovrana dell’esercizio della politica monetaria a privati:
- nello sfuggire alle responsabilità del proprio operato depenalizzando le figure di attentato alla Costituzione; 
- nell’approfittare delle ferie estive per ratificare un Trattato con cui vengono cedute le nostre restanti sovranità (legislativa, economica, monetaria, salute, difesa, ecc.) ad una oligarchia non eletta e che nessuno conosce; 
- ed, in ultimo, nel dare il potere a qualche politico di poter privare i cittadini dei loro diritti umani semplicemente con una parola.

Così, quando i cittadini si renderanno conto che hanno perso tutto, che la loro vita viene decisa da una oligarchia di potenti non eletti democraticamente, quando si renderanno conto del grande inganno in cui sono caduti non sarà loro concesso neanche reagire o protestare, perchè basterà una sola parola per trasformare la reazione in “azione terroristica” o la protesta in “insurrezione”, legittimando così la sospensione dei diritti umani e l’applicazione della pena di morte. Il tutto, poi, verrà coperto con il segreto di Stato.

1.8.09

A cosa serve la crisi finanziaria. Parte 2.




Paolo Franceschetti

Sommario. 1. Premessa. 2. Due parole sul sistema fiscale (parzialmente pubblicato in precedenza. 3. E torniamo alla crisi finanziaria. 4. Come ti elimino il rompicoglioni (cioe´ colui che non si adegua al sistema).




1. Premessa.
Tra settembre e ottobre, a dispetto delle rassicurazioni del nostro presidente del consiglio, ci aspetta, pare, una ripresa della crisi, che diventerà sempre più grave per avere il massimo picco nel 2011 - 2012.

Di questi giorni poi è la notizia che nelle scuole hanno diminuito in modo drastico le cattedre, e quindi pare che salteranno circa 100.000 posti di lavoro in tutta italia. Il che è come dire che ci saranno 100.000 persone a spasso, in Italia, che non lavoreranno. Persone che hanno studiato anni, spesso si sono specializzate facendo le famose SSIS (ovvero le scuole di specializzazione per l'insegnamento) pagate a caro prezzo, si ritroveranno lo stesso a girarsi i pollici.

Nel nostro precedente articolo sulla crisi finanziaria ci eravamo occupati dei motivi che hanno provocato questa situazione, soffermandoci sulle dinamiche strettamente economiche; in altre parole avevamo individuato a chi giova, nell’immediato, il tracollo finanziario dei mercati occidentali.

Tuttavia c’è un’altra ragione, meno immediata e meno visibile ma ancora più valida della precedente.
Vediamo quale è questa ragione, non prima però di aver fatto alcune osservazioni.

Avevamo detto che la crisi finanziaria serve essenzialmente ad arricchire i banchieri, perché il fatto che il denaro non valga più nulla (a seguito degli accordi di Bretton Woods del 1944), unitamente al fenomeno dell’acquisizione di beni reali in cambio di beni fittizi, in ultima analisi giova esclusivamente ai proprietari delle grandi banche mondiali e delle multinazionali. E’ un meccanismo che avevano giù descritto e su cui ora non torneremo, che potremo definire “redistribuzione delle ricchezze”. In pratica a seguito della crisi ci sarà una redistribuzione delle ricchezze del pianeta, perché il denaro varrà poco più della carta straccia, e chi aveva basato la sua vita sull’accumulazione del denaro o di prodotti derivati da esso, si ritroverà con un pugno di mosche in mano; in compenso invece conserveranno valore i beni reali (terreni, case, oro, pietre preziose).
Alla fine, essendo la nostra economia basata prevalentemente sul debito, l’effetto ultimo della creazione delle crisi finanziaria, sarà che i privati avranno perso molti dei loro beni per l’impossibilità di coprire i costi dei mutui, e quindi coloro che avranno guadagnato da tutta questa operazione saranno coloro che si ritroveranno proprietari di terre, case, beni di valore, ecc…
In poche parole chi si avvantaggera´da questa situazione sono i grandi gruppi di potere economico.

Tuttavia la logica porta a cercare anche altri motivi a questa crisi.

Le grandi multinazionali e le grandi banche infatti, sono già, di fatto, proprietarie della maggior parte delle ricchezze del pianeta. Poche famiglie, non più di una ventina in tutto, controllano direttamente o indirettamente oltre la metà dei beni della terra e per acquisire l’altra metà non occorre provocare una crisi finanziaria; le grandi multinazionali sono già proprietarie, nella stragrande maggioranza dei casi, delle minierie di diamanti e pietre preziose dell’africa e dell’Asia; le cosiddette sette sorelle hanno il monopolio dell’energia del pianeta, non permettendo alle energie alternative di svilupparsi; controllano di fatto la maggior parte degli stati asiatici, africani, e dell’america latina, mediante governanti compiacenti, allineati, corrotti, o semplicemente incapaci di reagire alla strapotenza del mondo occidentale e dei suoi diktat.
Le grandi superpotenze economiche sono così ricche che potrebbero tranquillamente acquistare tutto il rimamente in modo leciti o illeciti.
Allora…. Perché provocare una crisi finanziaria di questa portata?


Solo per acquistare altri beni, a seguito del fallimento di molti privati e molte aziende?


2. Due parole sul sistema fiscale (la prima parte già pubblicata in precedenza)
La ragione delle crisi è la stessa che regge il sistema fiscale dissennato che abbiamo. Un sistema fiscale assurdo, che però ha una ragione molto profonda. Ripeto qui quello che ho detto nell’articolo sul sistema in cui viviamo con alcuni correttivi.
Il sistema di tassazione deve essere vessatorio e non ci sarà mai un governo che ridurrà le tasse veramente. I soldi, infatti, in realtà ci sono, ma vengono dispersi decuplicando il costo delle opere pubbliche, finanziando società inesistenti grazie all’aiuto della CE, creando fondi neri, spendendo miliardi di euro per una sanità malata.
Il vero scopo del sistema di tassazione attuale, però, non è quello di reperire fondi da spartire tra le elite (ne hanno già a sufficienza senza dover rubare anche pochi spiccioli al cittadino comune) ma quello di costringere il cittadino a non alzare mai la testa; lo scopo è cioè quello di farlo lavorare dodici ore al giorno per sopravvivere. Se non avrà troppo tempo libero, non avrà tempo per riflettere, informarsi e svegliarsi.
Ecco quindi che appena il livello economico della popolazione inizia ad innalzarsi, sopravviene una nuova crisi economica, una nuova necessità finanziaria per cui lo stato chiede nuovi sacrifici…Quello che non ci dicono mai, infatti, è che il 99 per cento dei nostri soldi va allo stato, e quindi non è con un aumento delle tasse che migliorano le condizioni di vita generali, né è in questo modo che lo stato si procura una maggiore disponibilità di risorse. Le tasse infatti non sono il 40 o il 50 per cento, a seconda dell’aliquota. Le tasse coprono invece quasi il 100 per cento dei guadagni dei cittadini. Se sembra assurdo, proviamo a fare questo ragionamento. Se un cittadino guadagna 1000 euro, 300 le da immediatamente allo stato. Ne rimangono 700 che può spendere come vuole.
Queste 700 verranno usate per acquistare dei beni, quindi verranno date ad altri cittadini. Questi cittadini, su queste 700 euro, pagheranno un altro 30 per cento di tasse, quindi ne rimarranno 490. Che verranno utilizzate per acquistare altri beni da altri cittadini che pagheranno altre tasse. Aggiungiamo che ogni bene è gravato da IVA. Cioè un’imposta all’origine che grava i beni di ulteriori carichi fiscali.
Facciamo un esempio con una parcella emessa da un professionista (medico, avvocato, notaio, ecc..). Lo stato ti dice che la tua aliquota è del 50 per cento. Ma è falso. Perché quando io faccio una fattura da 1000 euro, il 50 per cento va in tasse, ma il 20 per cento è l’Iva, a cui si aggiunge l’IRAP (circa il 4 o il 5 per cento) e la Cassa (che per noi avvocati è il 10 per cento). Il che significa che di quelle 1000 euro ce ne rimangono in tasca 200 o 300 circa. Quindi in merito al problema delle tasse sono due le balle che ci raccontano:


1) è falso che il prelievo fiscale, sia del 30, 40 o 50. Il prelievo (quando si calcola Iva, imposte locali e casse) è comunque dal 70 all’80 per cento, a seconda delle aliquote.
2) Quando il cittadino acquista un bene, lo acquista comunque giù gravato da Iva (che, ricordiamolo, fino a qualche anno fa per certi beni era il 40 per cento). E ciò che va allo stato è molto di più anche di quell’ottanta.
E’ una somma molto vicina al 100 per cento.
In pratica tutto ciò che produciamo finisce nelle tasche dello stato, tranne quel poco che uno riesce a risparmiare e mettere da parte senza farne alcun uso. In sostanza: solo i soldi non utilizzati rimangono a noi e non vanno allo stato. Quelli messi in circolazione prima o poi finiscono nelle casse statali.
Insomma, quando lo stato aumenta quindi le tasse del 2 per cento, non incassa realmente quel 2 per cento. Perché il cittadino, guadagnando il due per cento in meno, acquisterà meno beni, e quindi il risultato è che ad un’entrata da una parte, corrisponde un’uscita dall’altra.
Ne consegue che quello che ci raccontano, sulla necessità di aumentare le tasse per far entrare più soldi nelle tasche dello stato, è una balla colossale.
Allo stato va già quasi tutto. L’aumento dell’imposizione fiscale serve unicamente per vessare il cittadino affinché non possa mai godere una vita di reale benessere.
Inoltre un sistema così congegnato aumenta le aree di illegalità e di evasione, quindi si traduce in una ulteriore perdita economica per lo stato.

Che la vera ragione del sistema fiscale non sia quella di reperire fondi, lo dimostra un fatto emblematico. Sotto il governo Prodi venne fuori lo scandalo (di cui ovviamente i media non hanno più riparlato) dei 98 miliardi di euro che i monopoli dello stato dovevano incassare dai gestori di video games e slot machine. Sono state accertate 98 miliardi di euro di evasione, pari a quasi 200.000 miliardi di lire. Il costo di diverse finanziarie. Una somma che si potrebbe (e dovrebbe) recuperare in poco tempo, ma che il governo si guarda bene dal recuperare. Basterebbe una semplice operazione coordinata dalla guardia di finanza per ottenere in poche settimane un somma che consentirebbe allo stato di respirare per due o tre anni senza drenare altro ai cittadini.
Tant’è che l’8 luglio di quest’anno il deputato del Partito Democratico Alberto Fluvi ha presentato un'interrogazione a risposta immediata in Commissione Finanze della Camera per sapere dal Ministero dell'Economia e Finanze "quali misure abbia adottato o intenda adottare in ordine alla presunta, imponente evasione d'imponibile nel settore delle slot machine, eventualmente valutando le ipotesi, prospettate nella richiamata relazione della commissione ministeriale, di ridurre l'aliquota del Preu, di introdurre il divieto per i gestori di assumere la veste di concessionari, nonché di utilizzare la Sogei per effettuare controlli sui dati di gioco, l'imposta conseguentemente dovuta e quella effettivamente dichiarata e versata, e se, considerata la dimensione del problema, non ritenga opportuna una correzione della struttura organizzativa dell'Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, che preveda, a tutela della stessa amministrazione, l'istituzione di una struttura di audit centrale analoga a quella presente in tutte le Agenzie fiscali.

Ma noi sappiamo benissimo quali misuire adotterà il governo. NESSUNA.
In conclusione. Non sono i soldi di cui ha bisogno il governo. Il governo ha bisogno di schiavi che tengano la testa bassa per lavorare dodici ore al giorno e che non si informino, non pensino, non si evolvano.

3. E torniamo alla crisi finanziaria.
Dunque, le ragioni delle crisi finanziaria sono le stesse che valgono per il sistema fiscale, ovverosia abbassare le aree di benessere della popolazione.
Con l’aumentare delle aree di benessere, infatti, aumentano le persone che si informano, che hanno tempo per pensare, che possono fare collegamenti pericolosi. E hanno piu´ tempo per organizzarsi in associazioni che possano contribuire alla vita democratica del paese.
Al contrario, in una situazione di crisi la gente ha meno tempo per riposarsi, pensare, crescere…. Chi lavora dodici ore non ha tempo per fermarsi a riflettere e allora i telegiornali, i giornali, ecc…, è costretto a guardarli di sfuggita, distrattamente, e senza relazionare tra loro fatti il cui legame è invece evidentissimo.
Se le persone avessero tempo per pensare e riflettere succedere questo:
- delitto di Bagno a Ripoli; Lapo Santiccioli uccide la fidanzata, e poi si suicida con tre coltellate sul collo. Non ci sono tracce di sangue della ragazza sul suo corpo, perché dopo averla uccisa si sarebbe lavato e poi si sarebbe suicidato. Tre coltellate sul collo - si domanderebbe il cittadino che ha tempo per pensare - ? Ma come fa uno a suicidarsi con tre coltellate sul collo? E poi perché hanno archiviato subito la cosa anche se non c’erano tracce di sangue sul corpo del ragazzo?

- Tò… è stato realizzato in pieno il programma della P2. Lo trovate qui.
http://www.misteriditalia.it/loggiap2/ilpiano/P2%28piano%29.pdf
Controllo dei giornali, separazione delle carriere nella magistratura, controllo dei mass media, abolizione monopolio RAI, riforma dei rapporti stato-regione, ecc…. E, caso strano, coloro che erano nelle liste della P2 oggi sono ai vertici del ptoere statale. Ma non sarà che…


- Come mai il primo atto del governo Prodi, al momento dell’insediamento, fu quello di nominare sottosegretario alla camera un ex terrorista che aveva scontato anni di galera per l’assassinio di un poliziotto? Si trattava - disse Bertinotti, il leader dei poveri - di un cittadino che aveva pagato il suo debito con la giustizia, quindi poteva tranquillamente stare in una posizione di potere politico. Ma non sarà che c’è un collegamento tra terrorismo e istituzioni? Non sara´che la sinistra di Bertinotti aveva in qualche modo agevolato, se non peggio, quel terrorismo che a parole diceva di non volere. E soprattutto il cittadino si domanderebbe: ma come cazzo e´stato possibile che sia stato eletto un soggetto del genere? Non sara´che la legge elettorale e´una fregatura?


- Perché non recuperano i 98 miliardi dai gestori di slot-machine, ma in compenso se un barista non fa uno scontrino di due euro gli rifilano una multa che questo se la ricorda finchè campa?


- Come mai lo stato permette grandi illegalità a cielo aperto, ospedali iniziati e mai costruiti, strade iniziate e mai costruite ma poi se un cittadino qualunque cambia il tipo di fari montato sull’auto, o costruisce un garage abusivo, patisce conseguenze pesanti?


Queste sono le domande che si farebbe il cittadino che avesse tempo per riflettere, pensare, collegare, senza l´ossessione di arrivare a fine mese.

Questa crisi finanziaria poteva essere evitata. Poteva essere evitata in molti modi. Prima di tutto perchè erano anni che i "complottisti" andavano dicendo che ci sarebbe stata una crisi finanziaria.

Quando Disinformazione nel 2002 diceva che nel 2006 ci sarebbe stato il collasso economico, Pamio (il direttore di Disinformazione) veniva accusato di essere un paranoico complottista.

Ma la verità era che nei centri del potere economico e finanziario queste cose erano risapute.

Una persona che conosco, dirigente di banca, mi ha detto "certo che tutti noi sapevamo... gli esperti di finanza non potevano non accorgersi che i prodotti finanziari piazzati dalle banche erano un flop... un collage di nulla destinato a far saltare il sistema. Così come oggi, le rassicurazioni sulla ripresa sono ridicole, e chi è esperto lo sa, perchè un'economia che piazza prodotti finanziari pari a sei volte il prodotto interno lordo DEL MONDO INTERO, prima o poi è destinato a crollare, perchè vuol dire che le banche stanno piazzando è un prodotto vuoto, senza sostanza e che prima o poi ci sara´un botto di proporzioni clamorose".

La crisi quindi poteva essere evitata con un maggiore controllo dei prodotti finanziari da parte delle banche, con una riappropriazione da parte dello stato della capacità di battere moneta (ricordiamo che oggi lo stato NON batte moneta, perchè questa è emessa dalle banche centrali e dalla BCE, che NON sono sotto il controllo dei governi, e NON dipendono dai governi, ma dalle grandi banche d'affari mondiali).

Ma non è stata evitata.

Nè è stata annunciata, dai governi. Eppure Prodi, solo per fare un esempio, era un economista... avrebbe potuto e dovuto capirlo, ed era suo preciso dovere istituzionale avvertire i cittadini.

Il punto è - lo ripetiamo - che vero scopo della crisi finanziaria è impedire che i cittadini possano un giorno alzare la testa, e riflettendo si accorgano di essere degli schiavi al servizio dei padroni. Le banche e la grande industria. E questa crisi, ovviamente, aumenterà lo stato di sudditanza dei cittadini nei confronti dei “padroni” perchè aumenteranno le persone che andranno a raccomandarsi dal politico, dall’amministratore, dal potente di turno.

La crisi finanziaria non ha altro scopo che renderci ancora più schiavi.
.
4. Come ti elimino il rompicoglioni (ovvero colui che non si adegua al sistema).
La cosa non deve stupire piu´di tanto. E´dall´antichita´che chi governa cerca di mantenere in uno stato di soggezione i sudditi mediante i sistemi piu´diversi. Panem et circenses, diceva il poeta Giovenale, intendendo dire che per tenere soggiogata la popolazione e´sufficiente dargli un po´di pane e farla divertire con il circo.


In periodo Borbonico, a Napoli, l´espressione divenne "feste farina e forca", ma la sostanza era la stessa.
Attualmente i metodi usati per rendere la popolazione una massa di pecore fedeli al potere, sono gli stessi di un tempo; al posto del circo abbiamo la televisione, i media, il calcio, e tutti i miti creati dalla societa´consumistica.

Pochi si rendono conto pero´, che uno degli strumenti piu´formidabili per controllare le masse e´proprio il sistema fiscale e l´attuale crisi finanziaria. Perche´ l´ínformazione puo´essere manipolata quanto si vuole, ma ci sara´sempre qualcuno che capira´l´inganno; le leggi possono essere repressive quanto vogliono, ma per quanto esse siano dure, ci saranno sempre degli spiragli che consentiranno alle persone piu´intelligenti di reagire; ed inoltre, quando le leggi superano una certa soglia di durezza e diventano intollerabili, ci sara´sempre qualcuno disposto a ribellarsi e pagare con la vita la sua ribellione.
L´unica cosa a cui non e´possibile porre rimedio e´la carenza di beni necessari per la sussistenza. Se la persona viene privata dei beni essenziali, per quanto possa essere consapevole, informata, e intelligente, il suo obiettivo principale diventera´sopravvivere, e quindi diventa inoffensiva per il sistema, anche perche´spesso, pur di sopravvivere, scendera´a compromessi con i potenti di turno, specialmente se ha figli.
Aumenteranno cioe´le persone che saranno disposte a rivolgersi al politico di turno, che accetteranno condizioni disumane o patti moralmente illeciti, pur di avere un lavoro.

In altre parole. Noi viviamo in un´illusione di democrazia. Una vera democrazia implicherebbe il governo del popolo ma invece sappiamo bene che non abbiamo alcun potere, neanche di scegliere i nostri governanti. Il mezzo migliore per imporre una dittatura non e´la forza (perche´prima o poi qualcuno si ribellera´) ma dare al popolo l´illusione di essere libero, e quindi creare una dittatura mascherata, facendo si´che la gente chieda esattamente quello che i potenti vogliono imporre.

Non ci si ribella a qualcosa di cui non si sospetta l´esistenza e in questo modo il controllo sulla popolazione puo´andare avanti all´infinito.

Ed e´tempo di rendersi conto che il mezzo di controllo piu´potente e´, appunto, il sistema fiscale e finanziario, che puo´essere riassunto cosi´:
1) sistema fiscale ai limiti della tollerabilita´, in modo che ciascuno lavori dodici ore al giorno per poter sopravvivere;
2) leggi fiscali e controlli strutturati in modo tale che sia impossibile mettersi in regola, di modo che i contr0lli fiscali siano diretti a vessare il cittadino (a cui verra´controllato l´emissione di uno scontrino da due euro) e a favorire i potenti (non verranno mai richiesti i 98 miliardi di euro ai gestori di video-games);
3) sistema economico che garantisca sempre un´alta percentuale di disoccupati, e un´alta percentuale di lavoratori che vivano al livello di sussistenza.

Se, nonostante tutti gli sforzi, il benessere aumenta (il che e´inevitabile perche´ogni societa´tende naturalmente, nel lungo periodo, a migliorare le sue condizioni di vita) si crea una bella crisi finanziaria... e voila´... l´equilibrio e´ristabilito.

In pratica, negli stati dittatoriali in cui la dittatura e´conclamata si usano le uccisioni di massa per eliminare i possibili dissidenti.
Nella nostra "democrazia" si usano le tasse e la crisi finanziaria. Gli eventuali dissidenti che non venissero resi innocui con questo sistema, perche´troppo in vista, troppo potenti, o troppo vicini al sistema per non capirlo fino in fondo, avranno un incidente d´auto come Rino Gaetano, un malore improvviso come Berlinguer (che peraltro qualche anno prima si salvo´per miracolo proprio da un incidente d´auto); oppure si suicideranno, come Luigi Tenco. Oppure, quando la tesi del suicidio o dell´incidente sarebbe cosi´ridicola che pure Emilio Fede, Mentana, e Liguori si rifiuterebbero di accettarla, arrivera´un pazzo isolato e fara´fuoco, come accadde a Gandhi, Martin Luther king, Jonh Lennon, Jonh Kennedy o Papa Giovanni Paolo II.
La gente sara´troppo occupata a far quadrare i conti di casa per capire che si tratta di omicidi programmati dal sistema.

16.7.09

 LO SPAVENTAPASSERI E LA VERA CATASTROFE
Postato il Mercoledì, 15 luglio @ 19:00:00 CDT di davide  
   
  DI PAOLO BARNARD
paolobarnard.info


Angelino Alfano e Joseph Cassano. Ovvero: lo spaventapasseri e la catastrofe, oppure, il fantasma degli idioti e la concretezza del vero male. Poi ci sono Giorgio e Laura. Parto da questi ultimi. Sono due lavoratori italiani (storie vere), licenziato il primo e cassintegrata con azienda in fallimento la seconda, padre separato lui e fidanzata lei. Laura è incinta di due settimane, lo avevano pianificato, ma ora il problema è duplice: manca il reddito sicuro e all’orizzonte sale lo spettro di una vita co.co.pro o peggio, visto che anche il compagno è precario. Questo getta su di lei l’ombra della decisione più tremenda: abortire? La depressione le sta annebbiando l’esistenza, nonostante i suoi 29 anni. Laura affronta oggi un naufragio di speranze prima ancora di averci potuto provare. Giorgio ha guai ancor più seri: un affitto e mezzo da pagare che non può più permettersi, e dunque la scelta forzata è la riunione sotto un unico tetto con l’ex moglie e la figlia. Ma ciò significa il ritorno nella stessa gabbia di due persone che si erano sbranate fino alla rottura, e già allora le conseguenze sulla piccola erano state pesantissime, fa pipì a letto e non parla più. Lo spettro di ulteriori traumi sull’innocente lo angoscia, così come assilla l’ex consorte. Vi si aggiunge la madre di lei che è allettata e necessita della badante, ora impossibile da mantenere. Ogni mattina Giorgio preferirebbe non svegliarsi più, ma a 42 anni è difficile che la natura gli doni quella via d’uscita. Vita e disperazione ordinarie in Italia oggi, sofferenze che scardinano vite umane, rispettivamente a Vicenza e a Rimini.



Angelino Alfano è l’uomo che ha tenuto Berlusconi fuori dalle corti di giustizia, finora. Male, bene, dipende dalle opinioni. Poi c’è Joseph Cassano. E’ l’uomo che ha distrutto la vita di Giorgio e di Laura, del vostro vicino di casa, o di un vostro ex compagno di scuola e dell’azienda in cui lavorava con altri 80 operai, oppure dell’artigiano sotto casa, della famiglia sfrattata ieri nel vostro palazzo, di vostro padre, la vostra forse, quella di moltissimi altri italiani, dei loro figli nel futuro, e assieme a queste vite ne ha distrutte altre che ancora persino devono nascere e che per decenni a venire pagheranno per colpa sua, qui, in Italia, nella vostra città, nella vostra borgata. Poi ci sono i centinaia di milioni di altri disperati, sparsi per il mondo, distrutti da Cassano, ma qui non ci interessano.

Antonio Di Pietro non sa neppure chi sia Joseph Cassano. Marco Travaglio meno che meno. Grillo? Zero, buio. Michele Santoro? Idem. Voi lo sapete? Di Pietro, Travaglio, Grillo e Santoro sanno però alla perfezione chi è Angelino Alfano, ve ne parlano a tamburo battente, strillano che è colui per colpa del quale “La Democrazia è in Pericolo in Italia”, e chiamano all’azione migliaia di italiani per fermarlo. Ora veniamo a Joseph.

Parto dal semplice per andare man mano verso il complesso. Joseph Cassano era il dipendente del gigante assicurativo americano AIG che da solo e in poco tempo ha innescato la più grave catastrofe finanziaria dal 1929, che oggi soffoca il mondo economico globale. Dal suo ufficio di Londra, costui ha orchestrato una truffa finanziaria di tale entità e di tale gravità da aver lacerato, con i suoi contraccolpi in crescita esponenziale, l’intero mantello produttivo del pianeta. Giorgio e Laura ne sanno qualcosa ora.

Cassano dirigeva un ufficio della AIG chiamato AIG Financial Products, sede londinese, con 377 dipendenti. Una inezia d’ufficio, se si pensa che AIG contava 150.000 assunti prima del crack. Ma a Joseph venne l’idea di scommettere qualcosa come 500 miliardi di dollari che non aveva, né li aveva la AIG, vendendo polizze assicurative sostanzialmente scoperte, cioè senza possedere il denaro per poterle eventualmente onorare. Tali polizze assicuravano le banche internazionali contro il rischio che i loro prestiti/mutui potessero rimanere scoperti, cosa che può accadere quando i titolari dei mutui/prestiti per svariati motivi dicono “non abbiamo più una lira da darvi”. In termini tecnici quelle polizze si chiamavano Credit Default Swaps. Cassano pensava: “Vuoi che tutte ste banche vengano tutte insieme a incassare le polizze tutte nello stesso periodo? Impossibile, per cui io intasco i loro soldi e se va male ne dovrò liquidare due o tre al massimo, cioè gli scoperti ordinari”. Joseph Cassano non fece a tempo a finire di pensare quella frase che praticamente tutte le banche del mondo da lui assicurate gli si presentarono in ufficio e gli dissero: “C’è stato un crack in America, qui i debitori non ci danno più un soldo, possiamo incassare le polizze signor Cassano?”. Panico. La AIG scopre così di avere un buco di 500 miliardi di dollari, le banche si ritrovano con scoperti per trilioni di dollari che nessuno gli ripagherà (1 trilione = mille miliardi di $), e cosa fanno? Chiudono i rubinetti del credito. Senza credito le aziende colano a picco, i mercati si fermano, l’economia crolla e i lavoratori pagano col 'sangue'. Ecco come Giorgio e Laura, a Vicenza e a Rimini, piangono oggi sulla rovina della loro vita e sul naufragio dei loro sogni. Tutto ciò avviene negli ultimi 2 anni. 

Torniamo dall’inizio, e fate attenzione, perché la storia che segue vi mostra come lavorano i veri Padroni del Mondo, i veri attentatori alle vostre vite e i veri padroni di Silvio Berlusconi, cioè coloro che nessuno dei ‘paladini’ dell’Antisistema italiano si sogna di combattere, mentre vi fanno perdere tempo dietro a minuzie. 

La catastrofe di cui sopra monta, esattamente come monta una tempesta tropicale, in anni non troppo lontani, cioè durante l’era Clinton (1993-2001), quando in America qualcuno pensa che la speculazione finanziaria può rendere molto di più se i governi la piantano di mettere i bastoni fra le ruote degli investitori. Ed è così che un drappello di politici sia repubblicani che democratici ottengono l’approvazione di una legge chiamata Gramm-Leach-Bliley Act, che liberalizza le transazioni finanziarie a scopo speculativo. Gli sponsor della legge sono il repubblicano Phil Gramm e i democratici Robert Rubin e Larry Summers, oggi consiglieri di Obama (sic), nonché Joe Biden, oggi vice-presidente (sic). Clinton la firmò nel 1999. Essa tagliava le ali a un’altra legge USA, la Glass-Steagall, che anni prima aveva voluto mettere un freno alla finanza selvaggia. Dietro le quinte, il lavoro delle lobbies bancarie e assicurative che avevano speso 350 milioni di dollari in finanziamenti ai politici giusti. A quel punto gli uomini di Wall St. e della City di Londra avevano briglia sciolta. Con l’aiuto dei migliori giovani matematici neolaureati, si misero a creare dei prodotti finanziari diabolici, astrusi, ma micidiali, che gli facevano guadagnare milioni di dollari in un battibaleno. Tali prodotti erano, e sono, così complessi che il Financial Times di Londra dovette incaricare Jillian Tet e il suo team di economisti di studiarli, cosa che li impegnò per anni prima di capirci qualcosa. Nel 2006 il presidente della Banca Centrale Europea, Jean-Calude Trichet, aveva già detto anch’egli testualmente “…non li riesco a capire”. Si trattava in maggioranza dei famosi Derivati, cioè prodotti finanziari il cui valore ‘deriva’, o meglio è garantito, dal valore di qualcos’altro. Esempio: vendono un prodotto finanziario a te in Italia dicendoti che ti renderà tot % all’anno. Tu gli dai i soldi, loro incassano, ma non ti dicono che quel prodotto è garantito dal mutuo di un altro tizio che sta a Chicago o a Bangkok, per esempio. Se il tizio di Chicago o di Bangkok paga le rate in regola tutto fila liscio, ma se per disgrazia smette di pagarle? I Derivati sono anche mille altre cose (come i Credit Default Swaps di cui sopra), ma sono sempre scommesse sul valore di qualcos’altro. Sono azzardi scellerati che oggi si sono sparsi per il mondo per un valore totale di… rullo di tamburi… 525.000 miliardi di dollari, tre volte il PIL mondiale, e questo grazie soprattutto al Gramm-Leach-Bliley Act di cui sopra.

Fra questi azzardi finanziari c’erano anche una colossale montagna di mutui dati agli americani senza tanti controlli, chiamati ‘sub-prime’, dati cioè a gente la cui posizione finanziaria era incerta ma che pensava di poter pagare le rate grazie al fatto che in America c’era una bolla immobiliare stupefacente in continua crescita. Cosa vuol dire? Vuol dire che John Smith lavoratore precario comprava una casa con un mutuo ‘sub-prime’ per 250.000 dollari, ma la casa nel giro di sei mesi aumentava di valore (bolla immobiliare) di 30.000 dollari, nel giro di un anno di 80.000, e via dicendo. Mr Smith poteva così sentirsi sicuro di poter ripagare il mutuo con facilità. Riassumendo: le banche USA davano via mutui come noccioline a chicchessia, i signori chicchessia sfruttavano la bolla immobiliare per ripagare i mutui e, attenzione ora, sapete cosa hanno pensato di fare le banche? Hanno pensato di impacchettare tutti questi mutui faciloni (sub-prime) e di vederli in giro per il mondo sotto forma di prodotti finanziari, cioè proprio quei prodotti Derivati di cui sopra (l’esempio di Chicago o Bangkok). Ma come tutte la bolle speculative, anche quella immobiliare americana scoppiò di colpo. Il mercato dell’immobile in America perse vertiginosamente 7 trilioni di dollari, di cui 1 trilione era stato sborsato dalle banche sotto forma di questi mutui scellerati. Eccoci all’AIG. Moltissimi debitori americani smisero di pagare le rate, la banche si trovarono con miliardi di dollari di scoperto, chi nel mondo (cittadini e banche come Unicredit) aveva comprato i derivati garantiti da quei mutui americani si trovò fregato, e quando le banche si rivolsero all’AIG per riscuotere le polizze fasulle di Joseph Cassano tutto andò in pezzi. Inclusa la vita di Giorgio e Laura.

Questa spirale disastrosa, pensate, sta costando all’intero sistema bancario americano e inglese la bancarotta. Cioè, in parole povere, con un buco che supera i 3.600 miliardi di dollari si può dire che i sistemi bancari di USA e GB siano in effetti falliti. Nella sola Inghilterra, una singola banca aveva uno scoperto per un ammontare superiore all’intero PIL nazionale. Le conseguenze nel mondo sono sotto gli occhi di tutti, e dritto in casa vostra oggi. Va fatta qui una prima riflessione: vi rendete conto che i giochi di una manciata di individui che distano dall’Italia migliaia di chilometri possono lacerare le vite degli italiani con una distruttività mille volte superiore a qualsiasi Lodo o processo berlusconiani? C’è qualcuno qui che vi sta mobilitando per difendervi? Nessuno. Perché? Perché a Di Pietro e a Travaglio non gliene frega un accidenti delle famiglie italiane vere, e del pericolo democratico che proviene da disastri del genere. Gli importa solo di quel nugolo di borghesi col deretano parato (dai genitori, spesso) che vanno a formare la maggioranza dei loro elettori/fans, e che fanno la loro fortuna politica/economica. Giorgio e Laura neppure li considerano.

Torniamo ai giochi finanziari scellerati. Gli istituti finanziari internazionali protagonisti di questi crimini facevano anche di peggio. Per esempio il cosiddetto ‘Banner Swapping’. La banca Tizio e la banca Caio si scambiavano 1 miliardo di dollari di Derivati, che come sappiamo avevano valore di carta straccia. Ma entrambe le banche scrivevano sui libri contabili che quello scambio era invece un incasso. Con un ‘incasso’ di 1 miliardo di dollari le azioni di quelle banche schizzavano in alto, e i manager si intascavano dei premi personali favolosi (i bonus). Il fatto poi che tutto questo fosse fasullo, veniva lasciato al futuro, chi se ne importa. Ma nel futuro ci sono le nostre vite di lavoratori, di cittadini, ci sono gente come Giorgio e Laura.

I bonus sono centrali per capire la filosofia politica che sta alla base non solo di questa catastrofe globale, ma anche di tutto il pensiero del Libero Mercato. Essa si riassume così: se io banca/investitore vinco intasco i profitti (i bonus ecc.), se perdo pagano i cittadini (gli Stati). E infatti oggi in tutto il mondo sono i contribuenti che stanno sborsando trilioni di dollari per salvare banche, banchieri, investitori e soci. Un dato: Obama sta elargendo quasi 3.000 miliardi di dollari al mondo finanziario in bancarotta, cioè ai Cassano d’America. Confrontate questo con i miseri 19 miliardi di dollari che il presidente USA ha garantito contro il fallimento della General Motors, dove chi lavora non sono yuppies rampanti con lo yacht a Malibù, ma gente vera con famiglie vere come Giorgio e Laura. Una logica scandalosa. Di fatto, essa si traduce in quelli che l’economista premio Nobel Joseph Stiglitz ha chiamato “gli incentivi perversi” a scommettere col destino di milioni di lavoratori e di cittadini, poiché, ribadisce Stiglitz, i ricchi “intascano enormi profitti se le cose gli vanno bene, ma non pagano nulla se gli vanno male”, infatti chi paga siamo noi tutti. Un altro Nobel dell’economia, Paul Krugman, ha definito tale filosofia “socialismo al limone: le perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori privati”. E sapete come hanno fatto gli squali di Wall St. a ottenere questi indecenti favoritismi che noi tutti paghiamo? In due modi: primo, hanno elargito al buon presidente ‘progressista’ Barack Obama 38,6 milioni di dollari in campagna elettorale nel 2008; secondo gli hanno detto “poiché in questo disastro di Derivati nessuno ci capisce nulla a parte noi che li abbiamo creati, è meglio che non ci affondi, se no affondate tutti con noi”. Italiani inclusi.

E in Italia stanno accadendo cose simili. Perché anche da noi i vostri soldi stanno finendo nelle tasche degli scellerati, o di coloro che, per causa di questi criminali Padroni del Mondo, stanno oggi fallendo nella disperazione di migliaia di famiglie. Nel solo marzo del 2009, il governo di Roma ha stanziato 12,8 miliardi di euro per salvare il settore bancario e quello auto/elettrodomestici. Per darvi le proporzioni, è una cifra quasi identica a quella della finanziaria di quest’anno (13,1 miliardi), con la quale si sarebbe potuto aiutare tutt’Italia, incluso quel 38% delle famiglie italiane in difficoltà nella cui vita il lodo Alfano conta come un peto, e la cui capacità di partecipare alla vita democratica è distrutta quotidianamente dal perenne affanno per arrivare a fine mese.

Ma al peggio non c’è mai fine. Si è appena descritto in termini concreti uno degli agghiaccianti pericoli per le democrazie mondiali (già verificatosi) e per il welfare di milioni di cittadini, che costituisce, assieme a molto altro ahimè, la vera minaccia democratica a noi persone comuni, Italia inclusa, e di fronte a cui gli scandali strombazzati dai ‘paladini’ dell’Antisistema italiano sono minuzie. Viene dunque da chiedersi: cosa si sta facendo per combattere tali pericoli? Casa si è fatto? La risposta è disperante, e di nuovo è materia nascosta a quasi tutti voi e su cui i vostri ‘paladini’ tacciono. Durante l’ultimo G8 all’Aquila, sono state annunciate misure per ridare ordine alla finanza internazionale. Sono palliativi cosmetici. Nella realtà accade questo: il governo americano, che è quello che conta, ha chiamato per ripulire i disastri di questa crisi globale gli stessi personaggi infami che l’hanno creata. Invece di punire gli scellerati investitori, invece di fargli perdere ciò che avevano scommesso sulla nostra pelle, invece di farli fallire e di impiegare il denaro pubblico per la gente in difficoltà, Obama e il suo ministro del Tesoro Timothy Geithner hanno offerto agli Hedge Funds (il peggio degli scellerati di Wall St.) e ad altri gruppi di investitori selvaggi una montagna di denaro facile affinché comprino i debiti delle banche fallite, e cioè quei famosi Derivati carta straccia che anche noi abbiamo comprato. E’ l’ennesima truffa che ci distruggerà il futuro, a New York come a Teramo. Funziona così, e cerco di farla semplice: questi investitori hanno ricevuto da Washington l’85% del denaro necessario per comprare quei debiti, mentre loro ne metteranno solo il 15%. Se i Derivati che comprano dalle banche asfissiate ritorneranno a guadagnare, gli investitori sopraccitati si intascheranno i profitti; se invece rimarranno carta straccia, essi ci rimetteranno solo il 15%, perché l’85% lo ha messo il governo USA (cioè i contribuenti) e non è da restituire (i fondi così regalati si chiamano Non-Recourse Loans). Forse è difficile da capire, ma fidatevi, è così, è il solito “socialismo al limone: le perdite sono dei contribuenti e i profitti sono degli investitori privati”.

Ciò che più importa, però, è che in tale modo si è ricreata una vera Cupola mondiale di investitori privati collusi col governo più potente del mondo, di fatto una colossale impresa zeppa all’inverosimile di questi prodotti finanziari esplosivi, che se esplode di nuovo ci trascinerà tutti in un abisso mai visto nella Storia dell’economia. Di nuovo, al timone di questo ordigno nucleare della finanza impazzita ci sono gli stessi personaggi che hanno causato il presente disastro economico planetario (Summers, Rubin, Liddy ecc.), perché sono gli unici che ne capiscono qualcosa. Noi, i cittadini, e pure i nostri politici, ne siamo esclusi del tutto, anche se le conseguenze di un eventuale nuovo crack, lo ripeto, le pagheremo noi, i nostri figli, il nostro futuro, in ogni singolo atto della nostra vita di comunità, e col ‘sangue’. Per tali motivi, quanto è già accaduto e qui descritto, e quanto sta accadendo, sono la vera minaccia alla democrazia che pende sui nostri capi oggi. Una minaccia agghiacciante, poiché la Storia ci insegna che nulla indebolisce la democrazia dei cittadini come il terrore economico, di cui i Padroni del Mondo sempre approfittano per ledere i nostri diritti. Ne capite la gravità? Capite perché la Società Civile Organizzata italiana, oggi ipnotizzata dai nostri falsi ‘paladini’, dovrebbe accantonare Alfano e occuparsi con ogni sua forza di Cassano? Quando la democrazia è alla fase terminale, esistono priorità urgenti, e gli sbraiti di Grillo, i libri fotocopia di Travaglio e le idiozie per mezzo stampa di Di Pietro non lo sono. L’ossessione contro Berlusconi oggi non lo è. Anzi, ci distraggono dal salvarci la vita. 

Paolo Barnard
Fonte: www.paolobarnard.info
Link: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=122
15.07.2009

FONTI

Gabriel Kolko, Factors in Our Colossal Mess, CounterPunch, 26/11/2006
William Greider, Goldman Sachs Socialism, The Nation, 23/09/2008
Matt Taibbi, Intervista, 25/3/2009, Democracy Now.org 
Joseph Stiglitz, A Better Bailout, The Nation, 01/10/2008
New York Times Magazine, Italy Plans Fashion-Industry Bailout, 02-0-2009
Frobes.com, Italian Banking Bailout Kicks Off, 10-03-2009
John Cavanagh, The Rich and the Rest of Us, The Nation, 11/06/2008
Paul Krugman, intervista, Democracy Now.org, 23/03/2009
Jeremy Warner, The Week the Economy Turned Nasty, The Independent, 19/01/2008
Indagine Ipsos, Gli italiani e il risparmio, 06/12/2007
A.K. Gupta, Market Madness, ZMagazine, 14/06/2008
Dominic Lawson, Democrat Fingerprints are all over the Financial Crisis, The Independent, 03/10/ 2008
Robert Sheer, Financial Fascism, The Nation, 24/09/2008
Robert Kuttner & Michael Hudson, intervista, Democracy Now.org, 13/02/2009
The Wall Street Journal, The London Review of Books, The Financial Times, Alternet.org et al.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6109

27.5.09

NUOVO ORDINE MASSONICO E CONTROLLO DELLA MAGISTRATURA. LA DENUNCIA DI LUIGI DE MAGISTRIS


di Klaus Davi

Insieme a noi, lo aveva già inascoltatamente denunciato l'ex Procuratore Capo di Palmi Agostino Cordova, nel 1992, prima di venire messo a tacere dal Governo di centro-sinistra di D'Alema, quando gli impedirono militarmente di sequestare gli elenchi degli iscritti alla massoneria, presso la sede del Grande Oriente d'Italia, a Villa Medici del Vascello, a Roma, in cui avremmo forse trovato i nomi di illustri ministri, alte cariche dello Stato, alte gerarchie delle Forze di Polizia e dell'Arma dei Carabinieri, alti magistrati, industriali, oltre ai soliti avvocati, professori universitari, giornalisti, faccendieri e malavitosi. L'esistenza di questo "nuovo" ordine massonico (che tanto nuovo non è), capace di controllare la magistratura e l'alternarsi dei governi di centro-destra e centro-sinistra, viene oggi autorevolmente riproposta dall'ex P.M. Luigi De Magistris che, negli ultimi giorni, abbiamo appreso essersi candidato, da indipendente, nell'Italia dei Valori, dopo le dimissioni dalla magistratura. In molti avrebbero forse preferito che De Magistris continuasse la sua battaglia all'interno della magistratura. Altri che fondasse un movimento completamente nuovo, fatto da persone pulite, fuori dai giochi e dagli schemi tradizionali della politica. Comunque sia, al di là della scelta personale di lasciare la magistratura e degli schieramenti politiici, come abbiamo sempre sostenuto, noi riponiamo fiducia nelle singole persone e il nostro giudizio è commisurato sulla base di ciò che fanno e non di quello che dicono. A nostro avviso, nel triste palcoscenico della politica, Luigi De Magistris è una persona nuova degna di tutta la nostra stima, in quanto ha dimostrato grande integrità morale e determinazione, pagando di persona un alto prezzo per il suo amore verso la Vera Giustizia. Qui di seguito proponiamo quindi, oltre all'intervista di Klaus Davi, un intervento firmato di pugno dall'ex P.M. Luigi De Magistris, rilasciata a Beppe Grillo, riservandoci di proporre nei prossimi giorni un'esclusiva intervista sui grandi temi dei poteri forti e delle deviazioni del sistema, rilasciata alla Voce di Robin Hood (N.d.R.).

«Per il 60% - 70% il Piano di Rinascita democratica è stato già applicato, anzi lo stanno migliorando nella loro ottica, lo stanno rendendo contemporaneo».

Queste le testuali parole di Luigi De Magistris a Klaus Davi per il programma web Klauscondicio visibile su YouTube.

Il magistrato che avviò l'inchiesta "Why not" aggiunge con tono pacato e non senza preoccupazione: «Ho sempre pensato che la mia vita fosse in pericolo. Gli altri hanno sempre sottovalutato questo aspetto ma da anni sono convinto di essere in pericolo».

De Magistris confida poi: «Tengo da sempre un diario, un'abitudine che ho consolidato negli ultimi anni». Una bozza di appunti per un lavoro che un giorno avrà altra forma: «Penso che scriverò un libro sul mio diario. Assolutamente».

La mente corre all'agenda di Paolo Borsellino, a quell'annotare con precisione ogni spesa avuta. Questo per l'agenda blue; della rossa, dopo la strage, non se ne seppe più niente. «Tenere un diario è un'abitudine sacrosanta per un magistrato. Io continuo a farlo. Il diario principale ce l'ho in testa, nel mio cervello. Quelli più importanti li ho consegnati alla procura di Salerno, quindi la Procura di Salerno è depositaria degli aspetti d'interesse per la magistratura penale, tutto ciò che interessa la magistratura penale io l'ho consegnato all'autorità giudiziaria. Per il resto, ho diari che riguardano riflessioni sulla vita quotidiana di ogni giorno. I miei diari hanno ad oggetto soprattutto fatti penalmente rilevanti. Poi, all'interno di fatti penalmente rilevanti, ho descritto anche riflessioni che riguardano comunque aspetti di gestione illegale della cosa pubblica». Una riflessione non scevra di considerazioni morali: «Credo che siamo in piena P2 sotto il profilo di alcuni passaggi, come il controllo della Magistratura. «Constato che chi ha negli ultimi tempi, non solo io ma anche altri, fatto investigazioni delicate sul tema delle collusioni interne alle istituzioni e, soprattutto, dove il collante è stato quello dei poteri occulti, non credo che abbia avuto un grosso ausilio da parte di chi dovrebbe istituzionalmente stare vicino». Nemmeno la magistratura, come istituzione democratica è esule da rapporti con la massoneria. «Il Consiglio Superiore della Magistratura nel passato, se pur in casi simbolici ed isolati, è intervenuto su magistrati iscritti alla P2. Però non entrava con il bisturi nel sistema». Licio Gelli, fondatore e capo della loggia P2 in una recente intervista spiegava che «in Calabria la massoneria è forte e può darsi che sia infiltrata un pò da tutte le parti, anche nella magistratura», De Magistris replica: «Se lo certifica Licio Gelli, allora...». "Insieme ai miei piu' stretti collaboratori attraverso la ricostruzione dei finanziamenti pubblici in Calabria, avevamo scoperto, in modo esattamente preciso, quella che con gergo giornalistico si potrebbe anche definire la nuova P2". Il riferimento alla loggia massonica di Licio Gelli si spiega perche' l'indagine Why Not, che gli e' stata tolta un anno fa dalla procura di Catanzaro, riguardava "la gestione del denaro pubblico e di alcuni pezzi delle istituzioni attraverso il tramite dei poteri occulti". "Questo - scandisce il magistrato - e' il cuore del problema e non voglio dire altro. Perche' fatti, nomi, documenti, li ho consegnati". "Non ho fatto un uso mai particolarmente impegnativo delle intercettazioni telefoniche", assicura De Magistris che ricorda: "nell'inchiesta Why Not io non ho fatto nemmeno una intercettazione telefonica. Nell'inchiesta Poseidone ne ho fatte pochissime. Nell'inchiesta toghe lucane, se non vado errato anche li' non ho fatto nessuna intercettazione telefonica. Ho utilizzato strumenti investigativi che hanno dato molto fastidio agli indagati di questi procedimenti. Che si tratta in particolare degli accertamenti bancari, accertamenti patrimoniali. Traffico dei flussi telematici e delle tracce, degli incroci telefonici, le sommarie informazioni testimoniali, l'esame dei documenti. Le indagini tradizionali". L'ex pm di Catanzaro definisce infine "curiosa" la vicenda dell'archivio Genchi anche per il fatto che se ne parla proprio a ridosso della riforma delle intercettazioni. "Sto vedendo - dice - una serie di coincidenze un po' strane". Alla domanda: che fine faranno le sue indagini De Magistris risponde che va chiesto alla Procura di Catanzaro e conclude: "La mia testimonianza, i miei documenti, il mio sapere doveroso l'ho consegnato all'Autorita' giudiziaria di Salerno. Prendo atto che sono stati fermati i magistrati che stavano conducendo questa indagine".

www.amantea.net

De Magistris a Bruxelles (dal Blog di Beppe Grillo)

di Luigi De Magistris

Luigi De Magistris si candida da indipendente in Europa con l'Italia dei Valori. E' un'ottima notizia, secondo Beppe Grillo.

A Bruxelles c'è la testa del serpente. I finanziamenti da 9 miliardi all'anno che finiscono, quasi tutti, a tre regioni italiane: Campania, Calabria e Sicilia. Soldi che rafforzano la criminalità organizzata e una gestione criminale della politica. Miliardi che inquinano la vita del Paese invece di permetterne lo sviluppo. Molti sanno e tutti tacciono. Chi denuncia, come ha fatto De Magistris, viene isolato e calunniato. In Europa sarà una voce forte e pulita. Il blog lo sosterrà.
Loro non sia arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

"Sono contentissimo di fare questo video e voglio ringraziare Beppe Grillo, del quale ormai mi sento amico e condivido tantissime cose che egli sta facendo da anni per questo Paese su temi molto sensibili, sui quali cercherò brevemente di soffermarmi.
Quello più importante che è poi culminato nelle ultime manifestazioni straordinarie dei vari V-day, ricordo ad esempio l'intervento che feci anche io, durante la manifestazione straordinaria di Torino. Io non so quanti partiti politici tradizionali, soprattutto i due schieramenti più forti, il Pdl e il Pd riescano a portare in piazza come ha fatto Beppe, quindi, come dicevo la cosa più importante, a mio avviso, è il concetto di democrazia partecipativa, che è fondamentale.
La politica è fatta di partecipazione, la politica con la P maiuscola, non sono comitati di affari che devono gestire il denaro pubblico per interessi propri, ma la politica dev'essere rappresent ata da alcuni che devono portare le esigenze di tutti.
La democrazia partecipativa è il luogo assembleare, il protagonismo del popolo è uno degli aspetti più importanti e Beppe non lo ha fatto in modo populistico come dicono alcuni o come anti politica, ma se il luogo della politica per eccellenza, dove si fanno parlare le persone che altrimenti sono state emarginate nella società civile economisti, ambientalisti, lavoratori, sindacalisti, sacerdoti, magistrati, (come lui mi ha consentito di fare e io gliene sarò sempre grato) su temi fondamentali della vita di ognuno.
Io mi soffermerò oggi in questo breve saluto e in questo breve ringraziamento che faccio a Beppe, con la certezza che saprò portare, qualora dovessi essere eletto, ma anche se non sarò eletto, tutto il mio entusiasmo e tutta la passione su temi che ci vedono molto vicini. Soprattutto mi voglio soffermare su due temi che reputo fondamentali: uno è quello dell'ambiente. Io sono convinto che la ricchezza di un Paese e anche l'impresa, il lavoro e il progresso si fondino su un nuovo modo di fare ambientalismo. Quello soprattutto di puntare sulle energie rinnovabili e soprattutto sul rispetto assoluto della natura, che non è solo un bene dell'Italia, ma un bene di tutto il mondo, il mondo sarà destinato a scomparire se non si ha la capacità di superare questa fase di gravissima crisi economica che si fonda soprattutto su una gestione scellerata delle risorse energetiche e delle risorse naturali.
In questo Beppe è stato uno dei primi. Io ricordo quando da ragazzo seguivo i suoi spettacoli, ambiente ed economia viaggiavano strettamente l'uno correlato all'altro.
Attraverso l'utilizzo giusto delle risorse naturali e attraverso l'energia alternativa e i metodi e i messaggi che ci dà Beppe, io sono convinto che non solo vivremo meglio tutti, ci sarà un rispetto della natura una salvaguardia dell'ambiente, ma anche più lavoro per tutti e sopratutto più lavoro per i giovani.
Il secondo punto che ricordo con grandissimo entusiasmo, io ebbi anche qualche perplessità a partecipare e fui molto criticato dai miei colleghi magistrati dell'epoca, la partecipazione a Strasburgo con Beppe Grillo e Marco Travaglio. Innanzitutto ricordo il viaggio bellissimo che facemmo in macchina dall'Italia tutti e tre, cominciammo a confrontarci soprattutto su un tema che è centrale in Italia e non solo in Italia: quello della gestione dei finanziamenti pubblici. Il controllo illegale che il sistema castale politico di questo paese, sta facendo e ha fatto sulla gestione del denaro pubblico, a discapito della gran parte dei cittadini e arricchendone solo alcuni, rendendo il nostro paese sempre più vicino a quello di alcune realtà sudamericane e mediorientali e non certo proprie di un paese occidentale.
Il tema del finanziamento pubblico è centrale perché è lì che si corrode la democrazia. In Europa io credo che dobbiamo portare persone credibili, non persone che hanno contribuito in questi anni a dissipare, a sperperare e ad arricchire comitati di affari nell'immane flusso di denaro che è giunto in Italia. Portare persone competenti ed oneste in grado non di interrompere il flusso del denaro pubblico che può servire, in qualche modo, ad aiutare le realtà più difficili anche se io sono dell'avviso che non si deve favorire l'assistenzialismo fine a sé stesso, dev'essere un modo proprio per favorire l'impresa diversa come dicevamo prima, ad esempio un nuovo modo di fare ambiente, un nuovo modo di fare economia, soprattutto aiutando i giovani svincolandoli da cappe della casta politica e della criminalità organizzata.
Sono convinto, da tempo, soprattutto per il lavoro svolto come magistrato, che proprio attraverso la gestione illegale del denaro pubblico è cresciuta non solo la criminalità mafiosa di tipo tradizionale, ma anche la criminalità dei colletti bianchi.
Il denaro pubblico in gran parte viene gestito da comitati d'affari che decidono a chi dare i soldi, a quale società dare i soldi, a chi affidare gli appalti, a chi affidare i progetti, a chi affidare i subappalti, chi assumere in queste società nel fare sia i progetti che i lavori e quindi condizionando il voto. Oggi si ha un'occasione importante grazie ad Antonio Di Pietro e a Italia dei Valori, cioè coinvolgere persone della società civile, anche con sensibilità diverse a costruire una casa comune in cui i protagonisti non sono solo le persone che spero verranno elette, ma tutti quanti insieme che potremo dare un contributo a migliorare veramente non solo l'Italia ma l'Europa a vivere nel benessere e nella salvaguardia di tutti, della natura e del nostro paese in particolare. Grazie ed un abbraccio a Beppe."

Luigi De Magistris

http://www.lavocedirobinhood.it/Articolo.asp?id=174&titolo=NUOVO%20ORDINE%20MASSONICO%20E%20CONTROLLO%20DELLA%20MAGISTRATURA.%20LA%20DENUNCIA%20DI%20LUIGI%20DE%20MAGISTRIS