25.5.07

Shanghai surprise: prove tecniche di crash
di Eugenio Benetazzo – 24 maggio 2007

Forse non tutti sanno che il 27 Febbraio 2007 in seguito al peggiore crash di borsa degli ultimi 10 anni scaturito per effetto domino a causa della pesante correzione nella Borsa di Shanghai, negli USA intorno alle 14:00, quando gli indici di Wall Street perdevano quasi il 4 per cento, gli scambi degli operatori istituzionali (banche e fondi) attraverso sistemi di negoziazione automatizzata sono stati istantaneamente congelati dal Plunge Protection Team. Sono stati congelati per evitare che quel - 4 % si trasformasse in poche ore in - 10 %. Non è affatto una notizia rassicurante. Tutt'altro.

Il Plunge Protection Team è un organismo di controllo dei mercati borsistici nato nel 1988, dopo il crollo del 1987, che ha lo scopo di garantire la liquidità e stabilità dei mercati: in sostanza è un pool di key men in USA che devono prevenire ed evitare fenomeni di panic selling incontrollato, fanno parte di questo organismo di controllo il Segretario del Tesoro USA, il Presidente della FED (Federal Reserve Bank), il Presidente della SEC (Securities and Exchange Commission) ed il Presidente della CFTC (Commodity Future Trading Commission). Il Plunge Protection Team è il cane da guardia della salute pubblica dei mercati finanziari in America. Ma la sua presenza non salverà i mercati dalla più grande bolla finanziaria che si è ormai creato sui mercati globalizzati: la bolla sul mercato cinese.

Lo Shanghai Composite Index (l'indice della Borsa Cinese) è diventato il vero motore planetario di tutti gli indici azionari, statunitensi compresi. Basti pensare che circa due settimane fa quando la proiezione trimestrale sul PIL USA è uscita a 1.3 % contro un atteso 2.5 %, Wall Street ha chiuso la seduta tranquillamente in leggera salita, quando anni prima un dato di questa portata avrebbe causato un - 3% in meno di due ore. Se Shanghai tira e continua a tirare, lo stesso faranno anche le altre borse, quasi fossero una perfetta replica di questo indice.

I mercati ormai sembrano stampellati, forse manipolati, ma di certo sono drogati. Una droga costituita dal mare di liquidità proveniente dalla Banca Centrale del Giappone che foraggia ormai incessantemente da quattro anni rinegoziazioni di debiti, fusioni aziendali e la corsa costante, silenziosa e progressiva degli indici. L'abitudine ad alzarsi la mattina ed osservare un + 0,3 % in preapertura, sarà presto spazzata via da un improvviso - 7 % in pieno stile crash del 1987. Non che questo sia una novità, di moniti su questa eventualità ormai se ne contano a decine negli ultimi due mesi.

A mio modo di vedere, questo scenario sarà notevolmente più drammatico, a causa della massiccia presenza e diffusione degli strumenti derivati e dei loro principali utilizzatori (gli hedge funds). Oltre il 10 % della capitalizzazione mondiale di borsa è in mano ai fondi speculativi con strategie di posizionamento in leva finanziaria con rapporti anche oltre 1:25, il che significa che movimentano una ricchezza venticinque volte più grande di quella effettivamente detenuta. I derivati hanno letteralmente minato le basi della stabilità dei sistemi finanziari del pianeta, in completa contrapposizione alle loro originarie finalità. Proprio dieci anni fa il mondo era già andato vicino ad un collasso finanziario di proporzioni bibliche con il posizionamento speculativo del noto fondo di investimento ed arbitraggio LTCM (gestito tra l'altro da due premi Nobel): se non fosse intervenuta la FED ad inondare il mercato di liquidità, le principali banche centrali del pianeta avrebbe dovuto dichiararsi insolventi.

Ma ritorniamo alla Cina: la situazione macroeconomica è ormai insostenibile. La competitività (si fa per dire) di questo paese è data oltre che ai tristemente noti processi di delocalizzazione produttiva (nel pieno sfruttamento della manodopera locale), anche grazie alla continua e progressiva opera di svalutazione della loro divisa: lo yuan. Questo appeal, tuttavia, genera non poche perplessità circa i disavanzi creati sulla bilancia commerciale visto che le esportazioni sono di gran lunga superiori alle importazioni. Per noi europei, causa rally dell'euro, avviene esattamente il contrario. Tuttavia proprio l'imposizione da parte dei principali partner commerciali della Cina di rivalutare lo yuan, si potrebbe trasformare in un evento detonatore sui mercati azionari, prima cinesi e poi mondiali.

E che dire del rally di borsa? Un rally che non ha alcuna attinenza e contiguità razionale con il reale scenario macroeconomico del pianeta. Gli strepitosi utili che fanno le aziende quotate nei mercati sono utili a rate, utili drogati, utili fuorvianti ottenuti solo con vendite sostenute dal ricorso al debito ed al microcredito. I consistenti profitti trimestrali, infatti, delle società quotate (nonché globalizzate) sono dovuti proprio a questo artificioso meccanismo sperequativo: si produce in un luogo e si vende in un altro. Solo i mercati occidentali sono in grado di assorbire quello che viene prodotto in oriente: il punto di non ritorno è la durata di questo volano che trasferisce ricchezza impropriamente rispetto a dove si produce e si consuma. Non mi dilungo sul rapporto quotazione/utile atteso per le società quotate: nella maggior parte dei casi siamo oltre il 60 il che significa una previsione di profitto pari a dieci volte i profitti attuali per i prossimi anni. Fate voi le opportune considerazioni su questo !

Lo scenario inflazionistico sul resto non aiuta di certo a vedere un futuro roseo e sereno: greggio oltre i 60 $ il barile (a Malta un ingegnere del Qatar mi ha confidato che non rivedremo mai più il petrolio sotto i 50 $ il barile), il cambio euro/dollaro a quasi 1.40, il prezzo delle principali materie prime in alcuni casi decuplicato. Numerosi strategy analysts danno l'economia mondiale in profondo affanno per il secondo semestre, lo stesso Grande Vecchio (Alan Greenspan) ha parlato di USA in recessione per la fine dell'anno. Non mi dilungo sulla bolla immobiliare, anche se sarebbe più corretto parlare dello sboom immobiliare!

Come se tutto questo non bastasse in Cina abbiamo decine di milioni di nuovi conti online aperti da persone disperate in cerca di denaro facile (studenti, operai, impiegati, casalinghe) che comprano azioni come se fossero le caramelle, proprio come avveniva in Europa nel 1999/2000. La storia si ripete ed il comportamento umano conferma di essere sempre mosso da stupidità ed avidità. Tanto per rappresentare la dimensione di questo fenomeno, considerate che prima del crollo del 27 Febbraio, l'indice cinese quotava circa 3.000 punti, oggi, dopo la contrazione di circa il 10 % si trova oltre 4.000 punti. Della serie il 30 % di rialzo dalle quotazioni di Marzo in meno di due mesi. Nemmeno il Nasdaq nel 2000 era riuscito a tanto !

Ma non mi preoccupo, perchè tanto ormai le conseguenze sono già scontate. I consigli al rialzo si sprecano da settimane, long, long, long sempre long (termine tecnico che significa prendere posizione al rialzo). Premetto che da quasi due anni mi occupo solo di software robotizzato sui cross valutari attraverso sistemi di trading di mia ideazione e di fare discretional trading su azioni ed indici mi capita molto raramente. Ma che senso avrebbe fare trading in questi ultimi 9 mesi ? Volatilità ridotta a zero, forse ai minimi storici, completa assenza di giornate con prese di beneficio: non è salutare un movimento sempre e solo al rialzo, specialmente con i fondamentali di cui sopra. E che dire del mercato del trading online in Italia ? Ormai un mercato morto: in dieci anni abbiamo assistito ad una vera e propria selezione naturale, passando dalle fasi di rialzo sfrenato, al ribasso accentuato sino alla congestione per assenza di volatilità. Chi fa trading in Italia si può considerare un sopravvissuto, un superstite, e non da meno un vero professionista, che ha saputo resistere ai periodi difficili di questo mestiere.

Per finire, non vi è ancora molto da aggiungere. Ci troviamo innanzi ad uno scenario veramente contrastante, troppo contrastante: fondamentali economici decisamente poco rassicuranti e proiezioni grafiche sempre e solo al rialzo. Chiaramente tutto questo è destinato a riallinearsi: qualcuno presenterà molto presto il conto. Molto salato purtroppo.

Eugenio Benetazzo
www.eugeniobenetazzo.com/tour.html

La bolla sugli strumenti derivati
http://www.youtube.com/watch?v=vd-Mk4ufxXg

www.disinformazione.it

16.5.07

Proposta una dittatura monetaria mondialista

Tratto da www.movisol.org - 9 maggio 2007


7 maggio 2007 – Il Council on Foreign Relations (CFR), il centro studi USA con radici in Inghilterra che ha già sponsorizzato la campagna dello “Scontro di civiltà” di Samuel Huntington, è venuto allo scoperto con la proposta di indurre le nazioni del mondo a ridimensionare la propria sovranità nelle questioni economiche, monetarie e finanziarie, abdicando alla dittatura di una moneta unica mondiale. La proposta è contenuta nel numero di maggio-giugno di Foreign Affairs, la rivista del CFR, ed è firmata da Benn Steil, direttore di economia internazionale del CFR, sotto il titolo “La fine della moneta nazionale”.
A proposito delle sfide poste dalla crisi monetaria Steil sostiene che la soluzione “non è il ritorno ad un mitico passato di sovranità monetaria, in cui i governi controllano gli interessi locali ed i tassi di cambio beatamente ignorando il resto del mondo. I governi debbono rinunciare alla nozione fatale secondo cui la nazionalità esige che loro emettano e controllino il denaro usato sul loro territorio. Le monete nazionali ed i mercati globali semplicemente non vanno d'accordo, ma possono piuttosto costituire una miscela fatale di crisi monetarie e tensioni geopolitiche e creare prontamente pretesti per il deleterio protezionismo. Per globalizzare con sicurezza, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario e abolire le monete indesiderate che sono la fonte di gran parte dell'instabilità attuale”.
Il punto di riferimento storico di Steil per questo progetto è l'epoca d'oro dell'impero britannico, alla fine del XIX secolo. “Le lezioni della globalizzazione su base aurea nel diciannovesimo secolo devono essere semplicemente ristudiate - scrive Steil - ... giacché lo sviluppo economico al di fuori del processo di globalizzazione non è più possibile, i paesi debbono abbandonare il nazionalismo monetario. I governi debbono sostituire le monete nazionali con il dollaro o l'euro, o, nel caso dell'Asia, collaborare nel produrre una nuova moneta multinazionale su un'area paragonabilmente estesa e diversificata economicamente.... Per la maggior parte dei paesi più piccoli e poveri sarebbe la cosa migliore adottare unilateralmente il dollaro o l'euro, che consentirebbe loro un'integrazione sicura e rapida nei mercati finanziari globali. I paesi dell'America Latina debbono dollarizzare, i paesi dell'Europa orientale e la Turchia debbono euroizzare.” Steil conclude con un monito: se i governi, compreso quello degli Stati Uniti, non raccolgono tale invito, “il mercato potrebbe privatizzare il denaro per conto suo”.
Da tempo al servizio dell'Inghilterra, Steil è stato direttore del programma economico internazionale del Royal Institute of International Affairs (RIIA). E' passato al CFR nel 1998, quando ambienti di potere britannici si mobilitarono per sabotare le iniziative allora prese dal presidente Bill Clinton per fondare “una nuova architettura finanziaria”. Attualmente Steil è anche un fellow presso il Progetto britannico-americano per le generazioni successive (BAP) dalle cui file provengono diversi esponenti del governo di Tony Blair. Nel denunciare la follia pericolosa di Steil, LaRouche ha spiegato che un tale progetto ripropone il “Modello Persiano” per costituire un impero globale suddiviso in potenze regionali. Questa volta, invece di una divisione tra Est ed Ovest, Steil propone una divisione trilaterale, ma sempre secondo la ricetta dell'impero mondialista oligarchico
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CFR: Council on Foreign RelationsFu costituito nel 1921 dal gruppo "Round Table" (Tavola Rotonda) ed è anche conosciuto come "l'establishment", "il governo invisibile" o "il ministero degli esteri dei Rockefeller". Oggi questa organizzazione semisegreta è una delle associazioni più influenti negli USA e tutti i suoi soci sono cittadini statunitensi senza eccezioni. Oggi il CFR esercita la propria autorità ferrea sulle nazioni del mondo occidentale, sia direttamente attraverso rapporti con organizzazioni similari, sia attraverso istituzioni come la Banca Mondiale di cui assume la presidenza. Dalla fondazione del CFR, tutti i presidenti americani eccetto Ronald Reagan ne erano stati membri prima della loro elezione. Il vice presidente di Reagan, George Bush ne era membro. Nel 1977 Bush era addirittura direttore del CFR. Il CFR è controllato dal gruppo Rockefeller e vuole attuare l'obiettivo di quest'ultimo, un unico governo mondiale.

RIIA: Royal Institute of Internationale AffairsFondato nel 1920 in Gran Bretagna, sotto il nome di “British Institute of International Affairs” attualmente si chiama “Royal Institute of International Affairs”, R.I.I.A.Si tratta, assieme al C.F.R., il governo ombra mondiale.
265 tra le più potenti e influenti aziende del mondo sono membriR.I.I.A. e C.F.R.

R.I.I.A - Major Corporate Members 2007
ACCENTUREASTRAZENECA PLC BARCLAYS CAPITAL BBC BG GROUP BLOOMBERG BOOZ ALLEN HAMILTON BP PLC BRITISH AMERICAN TOBACCO BT GROUP PLC CABLE & WIRELESS PLC CITY OF LONDON , THE CLIFFORD CHANCE CONTROL RISKS GROUP DEPARTMENT OF TRADE AND INDUSTRY DFID THE ECONOMISTEMBASSY OF AMERICA ENI SpAEXXONMOBIL FOREIGN AND COMMONWEALTH OFFICE GLAXO SMITHKLINE GOLDMAN SACHS INTERNATIONAL HOME OFFICE HSBC HOLDINGS PLC JETRO LONDON KPMG
KUWAIT PETROLEUM CORPORATIONLEHMAN BROTHERS MERCK & CO INC MINISTRY OF DEFENCE NESTLE ( UK ) O2 PJHQ PRICEWATERHOUSECOOPERS REUTERS LIMITED RINKU OF LONDON PLC RIO TINTO PLC ROYAL BANK OF SCOTLAND SAUDI PETROLEUM OVERSEAS LIMITED SERCO SHELL INTERNATIONAL LIMITED STANDARD CHARTERED BANK STATE STREET TESCO STORES LIMITED THALES TNK - BP TOTAL HOLDINGS UK LTD UNIVERSITIES SUPERANNUATION SCHEME LIMITEDVIRGIN ATLANTIC VODAFONE GROUP SERVICES LIMITED
R.I.I.A. - Corporate Membership 2007
ABC NEWS INTERCONTINENTAL INC ABERDEEN ASSET MANAGERS LTD ADAM SMITH INTERNATIONAL AEGIS DEFENCE SERVICES LTD AKE LIMITED AL-HAYAT ( LONDON ) ALLEN & OVERY AMAR INTERNATIONAL CHARITABLE FOUNDATION AMERICAN EXPRESS BANK LTD AMNESTY INTERNATIONAL ANGLO AMERICAN PLC ANGLO-ARAB ORGANISATION APICORP ASAHI SHIMBUN ( EUROPE ) ATRIUM SYNDICATE 609 BANK OF ENGLAND BANK OF ITALY BANK OF JAPAN BANK OF TOKYO-MITSUBISHI LTD BBC MONITORING SERVICE BHP BILLITON PETROLEUM LTD BMW GROUP BREVAN HOWARD BRITISH COUNCIL C13 ASSOCIATES LTD CABINET OFFICE CAIRN ENERGY PLC CBI CBS NEWS CENTRE FOR GLOBAL ENERGY STUDIES CHEVRON CHUBB INVESTMENT SERVICES LTD CHUBU ELECTRIC POWER CO., INC CHURCH OF ENGLAND CITIBANK INTERNATIONAL PLC CLEARY GOTTLIEB STEEN & HAMILTON COMMONWEALTH PARLIAMENTARY ASSOCIATIONCOMMONWEALTH SECRETARIAT CONFEDERATION OF NORWEGIAN ENTERPRISE CONOCOPHILLIPS ( UK ) LIMITED CROWN AGENTS CRU INTERNATIONAL LTD DAILY MAIL AND GENERAL TRUST DE LA RUE IDENTITY SYSTEMS DEFENCE ACADEMY OF THE UNITED KINGDOM EFRA DEVELOPMENT BANK OF JAPAN DIAMOND TRADING CO (PTY) LTD DIPLOMATIC COUNCIL, THE DOMINICAN REPUBLIC , EMBASSY OF THE E.ON UK EADS UK LTD EMBASSY OF ALGERIA EMBASSY OF ARGENTINA EMBASSY OF ARMENIA EMBASSY OF AUSTRIAEMBASSY OF AZERBAIJAN EMBASSY OF BAHRAIN EMBASSY OF BELGIUM EMBASSY OF BOSNIA AND HERZEGOVINA EMBASSY OF BRAZIL EMBASSY OF CHILE EMBASSY OF ESTONIA EMBASSY OF ETHIOPIA EMBASSY OF FINLAND EMBASSY OF FRANCE EMBASSY OF GERMANY EMBASSY OF GREECE EMBASSY OF INDONESIA EMBASSY OF IRELAND EMBASSY OF ISRAEL EMBASSY OF JAPAN EMBASSY OF KUWAIT EMBASSY OF LATVIA EMBASSY OF LUXEMBOURG EMBASSY OF MEXICO EMBASSY OF MOROCCO EMBASSY OF PORTUGAL EMBASSY OF ROMANIA EMBASSY OF RUSSIA ( London )
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Tratto da sito ufficiale del Royal Institute on Internationale Affairs (R.I.I.A.), Chatham HouseCorporate Members List 2007: http://www.chathamhouse.org.uk/index.php?id=321 Major Corporate Members 2007: http://www.chathamhouse.org.uk/index.php?id=320

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