3.3.10

E la pazzia continua.
SCRITTO DA URIEL
ON 28/FEB/2010 / ETICHETTE: NORIMBERGA; WE HAVE A PROBLEM

Mi hanno scritto in diversi, (Paolo, Yoss, e altri) per via dell'inchiesta aperta dalla SEC americana , ove si accusano Soros e gli altri criminali suoi pari di stare speculando sull'euro, al fine di fare il colpaccio dei credit swap. Facciamo un passo indietro e vediamo cosa vogliono fare. Anche perche' lo hanno gia' fatto, e anche perche' lo faranno , se tanto mi da' tanto, con l' Italia.
Innanzitutto, il CDS e' un meccanismo simile ad una scommessa. Come tutte le assicurazioni, in fondo: l'assicurazione(0) che vi assicura l'auto non fa altro che "scommettere" che voi facciate di tutto per evitare gli incidenti. IL CDS in fondo fa la stessa cosa, ovvero scommette su una eventuale catastrofe economica. Il problema e' che , a differenza dell'assicurazione sull'auto, non scommette CONTRO, ma scommette A FAVORE.
Facciamo un esempio.
Diciamo che assicuriamo tutte le case della provincia di Padova (un esempio, eh) contro il terremoto. Siccome capita raramente un terremoto a Padova, ci troviamo con un'assicurazione che costa, diciamo, dieci euro ogni centomila euro di valore immobiliare, e siccome non avverranno terremoti a Padova(1) probabilmente per l'assicurazione sara' tutto guadagno secco.
Adesso supponiamo che nei giorni successivi ci sia qualche sciame sismico, roba di poco conto, dalle parti di Padova. Il risultato sara' che i proprietari di case si impauriranno, e anche se non si tratta di un vero sisma saranno portati ad assicurare le loro case. Cosi' io vado da loro, e a soli VENTI euro vendo loro l'assicurazione per centomila euro di valore immobiliare.
Si tratta in un certo senso di una scommessa A FAVORE del terremoto. Se l'assicurazione in se' e' una scommessa CONTRO il terremoto (la societa' assicuratrice mi fa pagare solo dieci euro su centomila di valore perche'stima che un terremoto sia improbabile) chi fa l'affare dopo lo sciame sismico ha scommesso A FAVORE del terremoto, cioe' stimando che il business consista nell'avvenuto terremoto, o perlomeno nei segni di terremoto.
Facciamo un passo successivo: supponiamo che esista una tecnologia capace di causare terremoti. Io compro a prezzo bassissimo (dieci euro contro centomila di valore) l'assicurazione CONTRO il terremoto, e poi faccio avvenire delle scosse molto forti, oppure addirittura un terremoto.
Cosa succedera'? Succedera' che improvvisamente tutti saranno disposti a pagare moltissimo le mie cedole assicurative, persino il 50% del loro valore. Se il terremoto ha addirittura distrutto ogni cosa, potrebbero pagarle anche il 60,70, 80% del valore dell'immobile, risparmiando sulla sua ricostruzione.
Ecco il punto: supponiamo che sia possibile assicurare, anziche' un terremoto, il default di una nazione. Che so io, la Grecia. Oppure che sia possibile assicurare contro la svalutazione della sterlina(2), o contro quella dell'euro.
E supponiamo poi di avere i mezzi per causare gli eventi contro i quali i nostri "credit swap" ci stanno proteggendo. Che cosa succede?
Succede quello che e' successo con il crac di Lehman Brothers: gli stessi HEdge Fund che avevano riempito LB di cartaccia inutile, avevano comprato CDS su LB. Il risultato fu che quando i signori chiusero il rubinetto a Lehman Brothers (incidentalmente, all'economia mondiale, ma criminali come Soros se ne fottono di milioni di persone alla fame) , improvvisamente il prezzo delle assicurazioni contro il fallimento di Lehman Brothers sali' vertiginosamente.
Il principio di queste speculazioni, quindi, e' il seguente:

Sia A un qualsiasi credit swap, o sistema assicurativo, nato per proteggere gli utenti da uno specifico evento negativo di borsa o di forex.
Sia B un ente dotato di sufficiente potenza finanziaria da poter comprare i cedolini di A, e contemporaneamente causare l'evento negativo che i cedolini assicurano.
B acquistera' moltissimi cedolini assicurativi, per poi causare l'evento disastroso.(3)
Gli investitori si tufferanno sui cedolini, nel disperato tentativo di riavere indietro i soldi che altrimenti perderebbero per via dell'evento disastroso.
I nuovi proprietari dei cedolini si rivolgono in massa alle assicurazioni che hanno emesso A, facendole fallire.
Guarda caso, B aveva comprato anche CDS sul fallimento di A.
E via cosi', fino al meltdown dell'economia come quello della "crisi del subprime".

La Grecia e' vittima, oggi, di una simile aggressione. Prima, numerosi mass media asserviti al potere dei Soros, di Goldman Sachs (4) & CO iniziano a dire che i conti greci siano in pericolo di default.(Si tratta degli stessi Media che compongono il "partito del Times", quello stesso partito cui appartengono i "rivoluzionario viola", i DS , l' IDV, Repubblica e il Corriere). Sebbene strutturalmente non sia vero che i greci siano messi peggio del solito , guarda caso Soros & Co hanno comprato (anche sottocosto, come stanno facendo col debito pubblico italiano) dei titoli greci e se necessario possono rivenderli al ribasso per l'uopo.
Una volta fatto questo, tutti quelli che hanno investito nei titoli greci hanno comprato dei titoli di swap sul debito greco. MA non solo: poiche' si presume che un default greco farebbe abbassare il valore dell'euro, allora si vendono anche assicurazioni riguardo al fatto che l'euro svaluti.
Perche' questa volta si arriva al punto in cui un giornale come il Corriere, normalmente servo di questi poteri, rivela la cosa?
Perche' quando sono entrate in campo Francia e Germania garantendo il debito greco, tutte queste assicurazioni hanno perso valore, proprio nelle mani di chi le aveva comprate. E cosi', il signor Soros l'ha presa in saccoccia. Ma era solo il primo round, perche' subito Soros & CO hanno mosso le chiappe e hanno ordinato al loro servo della FED di alzare i tassi sul dollaro, in modo da abbassare un pochino il valore dell'euro.
Dico che e' un gesto di servitu' alla finanza perche' non c'era alcun motivo razionale di alzare i tassi sul dollaro, dal momento che il tesoro americano e' in affanno per il debito, e questo innalzamento lo obblighera' a pagare ancora piu' interessi; se non a favore di chi voleva colpire l'euro, questa mossa non ha giustificazioni, e causa danni enormi al tesoro USA e al contribuente americano.
Il problema e' che a questa mossa NON ha corrisposto, almeno immediatamente (vedremo nel futuro) un corrispondente rialzo da parte della BCE, e oggi il tesoro americano si trova con una prospettiva di debito mostruoso, un tasso di interesse piu' alto, e ancora il giochino di Soros e' andato buco.
Cosi', c'e' un sacco di gente insoddisfatta dell'operato di Soros, e peraltro anche in europa l'atteggiamento di non seguire il rialzo americano apre un'ostilita'. E cosi', siccome Obama l'inetto non fara' alcuna riforma del venture capital (se ne parlo' al G20, e al G8, e al G7, e a Davos, ricordate? Aria fritta , come al solito da Obama) , qualcuno deve pagare perche' stavolta il giochino e' andato buco, e per assicurarsi che Soros, anche a costo di gioco sporco, faccia guadagnare il suoi soci hanno ordinato ai camerieri della SEC di aprire un'inchiesta.
Anche in questo caso, accuso i signori della SEC di essere dei camerieri, perche' sanno benissimo che un'inchiesta non servirebbe a nulla dal momento che Obama non ha varato alcuna riforma della finanza, per cui l'operato dei criminali rimane legale. Si tratta di una mossa politica per mettere sotto pressione Soros, che e' rimasto con le pive nel sacco dopo le garanzie fornite sul debito greco.
Adesso, Soros deve trovare il modo di far guadagnare gli investitori, ovvero di causare un crack dell'euro, e un crack del debito greco. Altrimenti rimarra' con un sacco di CDS invenduti, il governo americano dovra' pagare un sacco di interessi sul debito crescente , per via del rialzo dei tassi, e la sec proseguira' l'inchiesta.
Questo fa presagire che presto Soros fara' un gioco molto piu' sporco contro qualche paese europeo, in modo da causare una crisi dell'euro. Potrebbe essere un colpo di stato in Italia, un crollo irlandese , spagnolo o portoghese , una nuova crisi petrolifera, una crisi con la Russia. Anche una marcia contro Francia e Germania, rivelatesi un nemico ormai aperto e dichiarato, non e' impossibile.
La successiva domanda e': perche' proprio in europa?
La risposta e' semplice: perche' i signori dei casino' americani, cioe' delle borse americane, sono abbastanza malvisti ovunque. Cina, India e Russia li boicottano a livello governativo , ormai apertamente, non permettendo loro di giocare sui loro mercati se non con una spada di damocle sul collo. E spesso, sono semplicemente banditi dai giochi , come stanno facendo i Russi e come il nuovo governo filorusso in Ukraina fara' non appena insediato.
In sudamerica gli investimenti americani ormai sono visti come fuffa, e si preferiscono quelli cinesi e indiani. Stessa cosa in molte parti dell'africa. Rimane agli americani da divorare i propri alleati, ovvero da causare danni in Europa. Trattandosi di una macchina cannibale, tenteranno di divorare l' Europa e poi inizieranno a spolpare l'economia americana stessa.
Sinora in Europa abbiamo scherzato, nel senso che non abbiamo ancora visto la fame, quella vera. Ma se dei criminali senza umanita' e senza coscienza come Soros e altri verranno lasciati a giocare con le nostre economie, esse saranno devastate come e' successo in sudamerica, in messico, in Argentina, in molti paesi africani.
Se lasciamo a questa gente la facolta' di scorrazzare per le nostre borse, prima o poi ci toglieranno anche il pane di bocca. Non vi illudete, sul piano morale non c'e' differenza alcuna tra un Hitler e un Soros, tra un Mengele e un CDA di Goldman Sachs. Essi non hanno alcun rispetto per i milioni che perderebbero il lavoro, il sostentamento, il futuro: solo il loro delirio, solo il loro titanismo superomista contano qualcosa.
Personalmente, non ho consigli da dare. C'e' un tizio che spara su di noi usando armi pesanti, e sinora la reazione ostile di Francia e Germania , nonche' della BCE, ha risposto con pan per focaccia. Adesso c'e' solo da sperare in due cose:

Che Draghi non sia mandato alla BCE, o che non riesca per qualche motivo ad arrivarci. Un servo del potere finanziario di questi pazzi criminali alla BCE sarebbe una quinta colonna troppo pericolosa. Applaudite chiunque si opponga a Draghi alla BCE, per qualsiasi motivo lo faccia, fosse anche il razzismo piu' bieco.
Che si inizi seriamente a cooperare con Francia e Germania allo scopo di emarginare il potere anglosassone, inglese e americano, dall'europa continentale. Si' al protezionismo,perche' se le riforme promesse da Obama non arrivano, allora bisognera' alzare un muro di sicurezza contro questa finanza ormai ridotta a casino'.

Ma sono speranze. Come lo e' la speranza che Tremonti regga. Perche' se cede e va al potere il partito del Times, cioe' DS & CO, gli venderemo anche i nostri figli e diremo che e' una cosa moderna e al passo coi tempi.
Il problema e' che oggi il debito pubblico italiano si sta vendendo ancora a costi piccolissimi, e la cosa che preoccupa e' che a fornire il buon rating sul nostro debito sono gli stessi che in futuro potrebbero causarne un fallimento semplicemente abbassandolo. Il che significa, in definitiva, che le prossime cannonate di Soros arriveranno a noi.
Che cosa serve a Soros per agire? Serve un governo traballante, una certa quantita' di debito in mani sue, e la possibilita' di instaurare un governo a suo favore, come potrebbe essere un governo di centrosinistra. In questo modo , al crollo da lui causato, si sentirebbero solo dei Mea Culpa della sinistra, che ci spieghera' che gli amici americani fanno bene a spolparci vivi e a fare turismo sessuale in Italia, perche' noi siamo quello che siamo.
E tantissimi coglioni gli daranno ragione, mentre muoiono di fame.
In questo momento, che ci piaccia o meno, se non vogliamo finire in bocca al Partito del Times, dobbiamo tenerci la merda che c'e' adesso. Che non sara' soddisfacente, sara' mediocre e corrotta, ma almeno non ci ha venduti a quei criminali.
Perche' se vincono quelli, gli attuali problemi del paese vi sembreranno il paradiso, in confronto a quanto deve venire. Oggi la scelta e' fra Tremonti e Soros. E mi spiace, ma per quanto Tremonti abbia dei difetti, non e' un macellaio peggio-che-nazista come Soros e non ha la precisa volonta' di ridurci alla fame per spogliarci di ogni cosa, come intende fare Soros.

Uriel

(0) Non sarebbe corretto, mi fanno notare giustamente, parlare di assicurazioni. Il problema e' che le compagnie che emettono tali cedole sono riuscite, nella percezione comune di molti operatori, a spacciarsi come tali. In realta', per i motivi spiegati qui (il fatto di scommettere per il disastro e non contro) non sono affatto delle assicurazioni, sono piu' simili ad un bookmaker.
(1) E' un esempio, non mi auguro terremoti a Padova.
(2) Una speculazione simile avvenne contro la banca centrale inglese qualche anno fa. Mi meravigliai che il MI6 non abbia fatto nulla per uccidere Soros, o almeno inviargli un amichevole avvertimento sotto forma di testa di cavallo nel letto.
(3) Gli Hedge possono legalmente vendere al ribasso senza ragione, cosa che e' vietata al resto degli enti finanziari, causando un crollo artificiale di qualsiasi titolo. Si tratta di una liberta' concessa al mondo del "venture capital".
(4) Abbiamo una quinta colonna di GS alla Banca d'Italia, e anziche' fucilarlo per alto tradimento lo si vuole anche inviare alla BCE. Mi auguro che , piuttosto che inviare Draghi, si scelga chiunque altro, persino una colf filippina di Coblenza sarebbe meglio.

10.2.10

 PERCHÉ L'ECONOMIA MONDIALE NON È CROLLATA NEL 2009 ?
Postato il Martedì, 02 febbraio @ 17:10:00 CST di marcoc  
   
  DI GILLES BONAFI
www.mondialisation.ca

L'anno 2009 si è concluso con cifre che lasciano perplessa la maggior parte degli analisti economici. Infatti, il Dow Jones è aumentato del 18,82% nel 2009, lo S&P500 del 23,45% e il Nasdaq Composite del 43,89%. Per quanto riguarda il CAC 40, è stato guadagnato il 22,32% !

Naturalmente, questi dati vengono utilizzati da coloro che sostengono a gran voce che la crisi è passata. Eppure, dobbiamo ricordare che il nostro sistema economico implode e che bisogna quindi analizzare perché l'economia mondiale non è ancora crollata.

Un sistema economico zombi con fleboclisi.

Eravamo in pochi a prevedere un gigantesco crac economico nel 2009 che non si è prodotto perché non potevamo sapere che le "soluzioni" per cercare di impedirlo sarebbero state così ‘surrealiste’. Sono stati immessi migliaia di miliardi nell'economia, fatto che si tradurrà di conseguenza in un’ulteriore rovina per gli stati e soprattutto condurrà inevitabilmente all'inflazione e, tra l’altro, alla distruzione del dollaro e della sterlina. L'inflazione è ancora bassa, perché essa è contenuta dalla deflazione legata alla debolezza del mercato, ma la situazione dovrebbe cambiare nel 2010. Nonostante questa massiccia immissione di liquidità, nel 2009 abbiamo avuto il più grande fallimento della storia con General Motors e una disoccupazione che esplode ovunque nel mondo!

Inoltre, al fine di immettere ingenti somme nell’economia, gli Stati Uniti hanno commesso l'irreparabile errore, monetizzare il loro debito. Infatti, la Fed (banca centrale americana), il 18 marzo 2009, giorno in cui il dollaro è morto, ha deciso di riacquistare i buoni del tesoro (monetizzazione del debito) e il 29 aprile 2009 ha confermato che acquistava 1.700 miliardi di dollari, vale a dire il 12,5% del PIL, di titoli emessi dal privato e di obbligazioni.

Nel 2009, la Fed ha così riacquistato l'80% dei buoni del Tesoro degli Stati Uniti (80% del debito). Ancora più grave, per limitare i danni, gli Stati Uniti hanno messo in atto nuove norme contabili che permettono di far sparire dal bilancio delle banche i prodotti finanziari più problematici (i CDS ad esempio).

Intrallazzi contabili per salvare le banche

Il 2 aprile 2009, in pieno G20, gli Stati Uniti hanno cambiato le loro norme contabili (dietro minaccia) cosa che ha consentito, secondo Robert Willens, ex direttore di Lehman Brothers Holdings Inc., di migliorare del 20% il bilancio delle banche. L’ Europa ha seguito l’esempio e ha modificato anch’essa le norme contabili. Avevo già fatto il punto di questo problema nel mio articolo "Crisi sistemica - soluzioni (n ° 5: una Costituzione per l'economia)” che potete trovare nel il mio blog a pagina 9.

Falsificazione dei dati e omertà

Per nascondere la realtà di una situazione economica disastrosa, "vengono riviste" le cifre. Gli economisti analizzano quindi dati sfalsati. Questa revisione ha un nome tecnico: rettifica periodica. Quindi si “aggiusta" a più non posso, come ai bei tempi di Stalin in URSS o come in Cina, e si passa così da -5,2% sulle vendite immobiliari negli Stati Uniti a +9,4%. La prova è sul mio blog a pagina 5 : La verità sulle cifre!.

Coloro che non vogliono piegarsi e che tentano di dire la verità, corrono un grosso rischio. Il direttore dell’osservatorio immobiliare del Crédit Foncier, Jean-Michel Cruch, è stato licenziato per aver detto che la crisi non era finita perché aveva calcolato che il ribasso degli affitti di beni immobili (uffici) era del 20% circa, ma ancora più importante, prevedeva tra il 20 e il 40% di diminuzione ulteriore nel 2010, un crac colossale.

Inoltre, i media bloccano sistematicamente le analisi che denunciano la gravità della situazione. E’ vero che di fronte al crescente numero di "dissidenti" (in particolare di personalità di alto livello) la situazione è sempre più complessa. Diventa a esempio difficile mantenere segreta l’analisi di Albert Edwards, responsabile della ricerca economica della Société Générale, che ha lanciato una bomba, spiegando ai clienti della sua banca di prepararsi a un crollo mondiale (global collapse). Fonte: The Telegraph.

La Finanza, un grande casinò globale 

Per spingere oltre l'analisi, l'anno 2009 è stato eccezionale sul piano della comprensione del nostro sistema economico. Infatti, il funzionamento reale della borsa che era oscuro anche per la maggior parte degli analisti, si è svelato; un funzionamento che può essere paragonato a quello di un casinò, una truffa planetaria. Bisogna capire bene che la borsa ha una sola utilità sociale, quella di fornire capitali alle imprese. Attualmente sta accadendo il contrario: è l'intera società che è in ostaggio e si spoglia delle proprie ricchezze a beneficio di pochi. Gli Stati-nazione non sopravviveranno a questo fatto e si ritroveranno anch’essi rovinati.

In primo luogo, dobbiamo sapere che il 40% della creazione di "ricchezza" negli Stati Uniti proviene dalla finanza. Come è potuto succedere? Béchade e François Philippe Leclerc, specialisti finanziari, hanno fatto analisi notevoli che oggi ci permettono di veder chiaro. Philippe Béchade (Chronique Agora) spiega così: "Per coloro che nutrivano ancora qualche dubbio, il comportamento robotico del mercato dimostra in modo eclatante che non vi è più alcun contro-potere reale di fronte alle macchine. I programmi di trading automatizzato regolano con precisione geometrica l'angolo di progressione del canale ascendente. Una volta bloccato l’indice al rialzo implicito (azioni, indici, materie prime) una serie di opportunità infinite viene offerta agli operatori. Possono arbitrare in tempo reale l’insieme delle categorie di derivati: opzioni, warrants, CFD (Contract for difference), contratti su indice”.

François Leclerc (blog di Paul Jorion) spinge l'analisi ancora oltre: "Questo dibattito, che rimbalzerà ovunque, e le informazioni che permette di raccogliere, contribuisce all'acquisizione di una visione d'insieme, sotto tutti gli aspetti, della finanza moderna. Quest’ultima esercita ormai la sua attività in modo molto sofisticato e, di fatto, spesso al di là di ogni possibile controllo delle autorità di regolamentazione, in particolare a causa della sua estrema complessità, della sua velocità, e delle sue interazioni. A meno che siano emanati divieti molto rigidi alla base stessa della sua attività e che sia effettuata una sorveglianza senza acquiescenza né tregua. Un approccio diametralmente opposto a quello che è stato adottato.

Lo ‘high frequency trading’ non è qui che uno dei piccoli pezzi di un grande puzzle, non ancora completamente ricostruito, ma che sta già prendendo forma di capitalismo finanziario, al giorno d’oggi. Il quadro che emerge è quello di un’attività che pretende di rispettare solamente le proprie leggi, di liberarsi da tutte le tutele, di imporsi a prescindere dalle sue conseguenze devastanti e che, alla fine, a vantaggio solo di una piccolissima minoranza, tenendo sotto il suo controllo e in ostaggio tutti gli altri. Pretendendo di esercitare una forma di asservimento moderno (nel senso proprio di schiavitù), mira a regnare utilizzando tutte le leve di controllo sociale sempre più inebriante, sofisticato e onnipresente. Non senza pervenire a un’incontestabile interiorizzazione della sua posizione dominante, la crisi sociale in ascesa diventa l'opportunità di misurarne l'intensità".

In poche parole, la finanza, con l’aiuto della matematica finanziaria, ha trasformato la borsa in un casinò gigantesco. Peggio ancora, alcuni soggetti sono diventati i padroni.

Si noti che questi algoritmi finanziari estremamente complessi sono detenuti da poche persone. Permettono di sapere tutto in pochi secondi o addirittura in decimi di secondo prima di chiunque altro e quindi di guadagnare ogni volta. Il sistema può collassare, faranno quindi sempre soldi scommettendo al ribasso o al rialzo, prima di tutti, fino a quando il sistema collassa completamente, cosa che accadrà a breve. Alcuni se ne sono resi conto e si rifugiano nell’acquisto dell’oro: tuttavia, questo mercato è anch’esso una grande truffa poiché il mondo della finanza è un ambiente di squali che non esita a scommettere contro i suoi propri clienti, come HSBC custode dei depositi reali del fondo di investimento SPDR Gold Shares (GLD) che prende delle opzioni ribassiste sull’oro mentre essa stessa rivende contratti investiti in questi fondi ai suoi clienti. Grottesco e crudele! Tra l’altro ho realizzato un ampio studio su questo argomento dal titolo "Oro, una nuova truffa globale?" che potete leggere in Nexus Magazine di gennaio-febbraio 2010. 

La piccola cerchia dell’alta finanza fa quindi ciò che vuole, senza controlli.

La rifeudalizzazione del mondo 

Il mercato dei derivati continua a crescere, ma, ancora una volta, è quasi completamente bloccato da 5 banche (JP Morgan Chase, Goldman Sachs, Bank of America, Citibank, Wells Fargo) per un importo superiore a 200 000 miliardi di dollari (si parla di trilioni), vale a dire quasi 4 volte il PIL mondiale. Potete trovare tutti gli elementi (fonti, grafici) sul mio blog a pagina 7, "Crisi sistemica: mito e realtà. La cosiddetta teoria della domanda e dell'offerta è una frode intellettuale come tutto il nostro sistema economico che si basa su un solo pilastro: la legge del più forte.

J. K. Galbraith, economista canadese e consigliere dei presidenti Roosevelt e Kennedy aveva del resto dichiarato in un'intervista pubblicata su Nouvel Observateur del 4 novembre 2005 che "L'economia di mercato è facilmente descritta come un'antica eredità. In questo caso, si tratta di una truffa."

Inoltre, le 20 persone più ricche del mondo hanno una fortuna personale stimata nel 2009 a 415 miliardi di dollari cioè un po’ meno del PIL della Svizzera (500 miliardi di dollari)! Fonte : Elenco dei miliardari del mondo nel 2009.

L'1%, i più ricchi, rappresentavano il 10% del PIL nel 1979 e il 23% odierno. Il 53% nel 2039?

Albert Einstein, nel maggio del 1949, in un articolo pubblicato nella rivista Monthly Review spiegava, all’epoca: "Il risultato di questi sviluppi è un'oligarchia del capitale privato il cui potere esorbitante non può effettivamente essere accertato neanche da una società il cui sistema politico è democratico."

Ho anche dimostrato che il nostro sistema economico era strutturalmente irrecuperabile a pagina 8 del mio blog (Un sistema economico strutturalmente irrecuperabile I). Il desiderio di libertà, l'anarco-capitalismo, ha portato all’estremo l’ideale di libertà ed è un fallimento, poiché, come afferma Alexandre Minkowski "La libertà non è la libertà di fare qualsiasi cosa, è il rifiuto di fare ciò che è dannoso".

Ci troviamo quindi di fronte ad una situazione senza precedenti, perché abbiamo due sistemi economici che ci portano tutti verso la dittatura. Né comunismo né capitalismo hanno infatti ragione, dobbiamo quindi costruire un nuovo modello. Tuttavia, il problema è più profondo.

Tutte le organizzazioni sociali dipendono da una legge matematica fondamentale, la legge di Pareto o meglio, la legge di potenza che dimostra che in qualsiasi sistema organizzato, un piccolo numero si appropria sempre della quasi totalità delle ricchezze a spese altrui. La regola di base della dominazione è qui e le persone che controllano il mondo conoscono perfettamente questa legge fondamentale di cui fanno uso e abuso.

La rete, giorno dopo giorno, svela il funzionamento di questa dominazione la cui chiave è il nostro sistema di acquisizione delle ricchezze da parte di un piccolo gruppo, un funzionamento economico moralmente e matematicamente condannato. In effetti, questo sistema porta a trasformare tutto in modo esponenziale poiché la legge di Pareto (legge di potenza) è di per sé un esponenziale. La legge universale dell’equilibrio e dell’armonia (studiata da tutte le correnti spirituali e dalla scienza) deriva dalla analogia degli opposti, il principio dialogico di Edgar Morin che ha preso in prestito pesantemente da Eliphas Levi e dalla cabala. Di fronte a un esponenziale di capitale accumulato nelle mani di pochi, ci ritroviamo quindi (il principio di equilibrio), con un esponenziale di debiti legati ad un consumo esponenziale, e quindi di distruzione del pianeta, di noi stessi. Questa legge di potenza è il risultato diretto del nostro cervello primitivo poiché alla fine, l'insegnamento dei frattali che si ritrova nel principio "hologrammatico" di Edgar Morin, dimostra che la parte è nel tutto, ma il tutto è nella parte e che tutto è correlato. I nostri sistemi economici non sono quindi che i riflessi di ciò che noi siamo. Voler costruire un sistema più giusto e redistributivo si oppone quindi all'animale che è in noi, perché alla fine, siamo in guerra contro noi stessi. La soluzione di fronte alla distruzione della nostra civiltà non può passare che tramite un cambiamento individuale radicale, una consapevolezza globale. La risposta non sarà allora economica, ma prima di tutto filosofica, spirituale.

"Dobbiamo diventare il cambiamento che ci auguriamo di vedere nel mondo". Mohandas Karamchand Gandhi. 


Gilles Bonafi è professore e analista economico. Il suo blog: http://gillesbonafi.skyrock.com/

Titolo originale: "Pourquoi l’économie mondiale ne s’est pas effondrée en 2009 ?"

Fonte: http://www.mondialisation.ca
Link
14.01.2010

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ELENA RIVA

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6729&mode=thread&order=0&thold=0

28.1.10

Spazio utenti: BANCHE E DENARO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

DI ANDREA MENSA 

Con questo mio vorrei porre rimedio ad una carenza riscontrata sui vari mezzi di informazione, in quanto si trovano o informazioni molto dettagliate a livello universitario, o articoli su singoli aspetti che però mancano di creare quel quadro complessivo che permetta di inquadrare poi i vari dettagli.
Cercherò quindi qui, di descrivere tale quadro complessivo, sfrondandolo dei particolari inutili alla comprensione del funzionamento di base.
Ad aggiungere dettagli c’è tempo dopo.
Prendo quindi come base della trattazione l’aggregato monetario M1, definito come la quantità di supporto monetario immediatamente spendibile, ovvero la somma del circolante (banconote e monete) più conti correnti e conti postali. Da esso occorre detrarre tutte le banconote che si trovano all’interno delle banche commerciali, ovvero le banconote versate. 

È già molto importante capire il perché di questa eccezione. Se andate a chiedere un prestito alla banca e questa ve lo concede, attuerà tale operazione consegnandovi pacchi di banconote ma più probabilmente accreditando la cifra sul vostro conto.
Faccio notare che ricevere il pacco di banconote e ricevere l’accredito è per voi esattamente la stessa cosa, pur richiedendo la prima operazione l’esistenza delle banconote stesse, mentre nel secondo caso, che esistano le banconote o no, per voi è irrilevante.
A tutti gli effetti il pacco di banconote equivale a quel numero sommato sul vostro conto.
E quella cifra fa parte di M1 dal momento che entra nella vostra disponibilità, sia in una forma sia nell’altra.
Pensate di aver ricevuto le banconote, ed ora di depositarle sul conto. Esisteva quella cifra in banconote e, dopo il versamento la stessa cifra esiste sul conto, ma se le banconote versate continuassero ad esser conteggiate, M1 avrebbe visto raddoppiare la cifra, come banconote e ANCHE come conto.
Faccio notare come abbiamo visto, che banconote o importo sul conto, siano due modi alternativi ed equivalenti di disporre di una quantità di denaro.
Pertanto non farò distinzione, per ora tra conti e banconote, chiamandolo semplicemente denaro.
Ed ora passiamo al sistema bancario.
NON tutto il denaro all’interno di una banca fa parte di M1, altrimenti con cosa una banca pagherebbe i suoi dipendenti ? e le fatture di luce, riscaldamento affitto locali, ecc…. ?
La banca commerciale (tanto per intenderci quella che tutti conosciamo, e dove facciamo prelievi, versamenti, paghiamo bollette, ecc…, che quindi ha rapporti con il pubblico ed opera la raccolta e gestione del denaro), la dobbiamo considerare divisa in due parti separate con mansioni e obiettivi ben distinti almeno contabilmente.
Una sezione simile ad una qualsiasi società, con personale, uffici, bollette da pagare, entrate e spese, ed un’altra sezione che gestisce il rapporto con il pubblico, riceve versamenti, fa i prelievi, concede prestiti e li riscuote.
Tanto per intenderci subito, nella prima sezione, quella che definisco la società, circola denaro incluse banconote conteggiate in M1, col quale si pagano stipendi e bollette, l’altra sezione, quella che opera verso il pubblico al cui interno le banconote NON sono conteggiate in M1. La prima sezione, per le proprie esigenze di cassa, ha pure lei un conto presso la sua seconda sezione, come un cliente qualsiasi.
Le entrate di tale società sono costituite semplicemente dagli interessi riscossi dall’altra sezione, sui prestiti concessi al pubblico.
Le uscite, come ho già accennato, sono gli stipendi, gli affitti, le bollette, le manutenzioni, e, se ne avanza, pagate le tasse, il rimanente rappresenta gli utili che verranno distribuiti agli azionisti.
La società, come tutte le società, ha un suo capitale in fondi, edifici, partecipazioni, e tale capitale gioca un ruolo di garanzia sull’attività dell’altra sezione, soprattutto nel limite alla concessione di prestiti. Come arriva il denaro alla banca ?
Semplice, se lo fa imprestare dalla banca centrale.
La banca centrale ha come compito costituzionale quello di creare il denaro, sotto forma di annotazione (quello scritto sui conti correnti si chiama così) o di banconote.
A tale proposito è necessario puntualizzare un fatto.
La banca centrale NON può spendere il denaro creato, ma lo può solo IMPRESTARE. (E, salvo rare eccezioni, solo alle banche ) È una distinzione estremamente importante ai fini di capire come il signoraggio sulle banconote e sul denaro in genere, non esista.
Quando il signore comprava oro, lo coniava ed otteneva in monete un valore superiore all’oro acquistato, poteva andare su un mercato qualsiasi e con tali monete comprarsi cosa desiderava.
La banca centrale invece, crea denaro, lo impresta ed accende un credito nei confronti della banca commerciale richiedente. Su tale credito maturerà interessi, ma, se il denaro gli verrà restituito, cancellerà l’equivalente del debito. Essendo poi tale debito NON CEDIBILE, esso non rappresenta alcuna ricchezza, in quanto non scambiabile. La banca centrale opera un servizio nella gestione della liquidità, nel controllo antifrode (il falsario crea le banconote, ma le SPENDE, e qui è la differenza sostanziale), e per tale servizio incassa gli interessi su tale prestito. Quello è il suo guadagno, la sua entrata.
Ho detto che il denaro viene imprestato dalla banca centrale alla banca commerciale (sezione società) che lo versa sul suo conto, facendolo così affluire nella sua seconda sezione, quella che opera verso il pubblico. Se fosse stato necessario, per riserve diventate troppo esigue, tale prestito poteva essere in banconote, che così affluiscono nella disponibilità della seconda sezione, quindi disponibili per i prelievi del pubblico.
Notare che banconote e annotazione, quando escono dalla banca centrale, sono conteggiate in M1.
Quando l’accredito implementa il conto della sezione società, fa parte di M1, quando le banconote vengono versate sempre sullo stesso conto e passano nel deposito della seconda sezione, escono dal conteggio di M1, per rientrarvi solo quando prelevate dal pubblico.
In tal modo M1 si implementa solo quando il denaro, sotto qualsivoglia forma, esce dalla banca centrale.
Ma M1 può variare anche ad opera della banca commerciale, e qui bisogna parlare delle riserve frazionate o frazionarie. 
Nella banca sono affluiti i depositi della clientela (compresa la sua sezione società), e nel movimento dei depositi/prelievi, si nota che solo una piccola percentuale costituisce la variazione, la maggior parte resta sempre ferma, non movimentata.
In effetti se io prelevo, vado a comprare il pane, e il panettiere a fine giornata versa l’incasso, i due movimenti, statisticamente si compensano. Quindi la maggior parte di tale denaro sarebbe improduttiva, se la banca non provvedesse ad imprestarlo, ma chi lo riceve in prestito, o lo versa o lo spende, ma chi lo riceve in pagamento, probabilmente lo versa a sua volta, moltiplicando così la possibilità di imprestare denaro se non per la stessa banca, per un’altra.
Denaro prestato e versato, portano la possibilità della banca ad imprestare un multiplo dei versamenti ricevuti, che a volte sfiora valori assurdi come 50. Normalmente si fermano a 20-30.
Così per ogni unità di denaro versata, la banca ne può prestare anche 30.
Se poi si calcola che se sul vostro deposito la banca vi paga l’1% e sui prestiti che concede chiede il 5% significa che a fronte di un 1 versato a voi pretende 5x30= 150 con un guadagno netto di 149. Questo è un esempio ma nemmeno troppo distante dalla realtà quotidiana.
Notare che i 30 imprestati a fronte dell’1 ricevuto in versamento, sono creati dal nulla, e quindi vanno ad aumentare M1.
La banca commerciale è vincolata ad un tetto massimo del moltiplicatore stabilito dalla banca centrale, ed inoltre è vincolata a non superare un certo multiplo, fissato anch’esso dalla banca centrale, del valore del proprio capitale. Infatti, il capitale della banca interviene in tutti i casi in cui un prestito non venga onorato.
In tal caso si creerà una perdita che verrà ripianata sottraendola ai guadagni (gli interessi riscossi) e nel caso, dal capitale della banca stessa.
La banca centrale ha come obiettivo quello della conservazione del valore del denaro, e, come creditore di ultima istanza è comprensibile che sia suo interesse che tale valore sia conservato, e l’altro obiettivo è fare in modo che, agendo sulla concessione/limitazione del denaro alle banche commerciali, con il controllo del tasso di interesse, al quale poi tutti i tassi si adeguano, fornisca al mercato liquidità sufficiente a permettere agevolmente gli scambi, ma non eccessiva da inflazionare il mercato stesso. 

Con questo mio molto succinto quadro, spero di aver dato un insieme logico al funzionamento del sistema bancario, anche se in esso è descritta solo una piccola parte di esso, ma quella parte che ne costituisce la struttura portante.
Il denaro generato dalla banca centrale, oppure da quella commerciale, è comunque di proprietà del sistema bancario.
Una delle questioni sollevate periodicamente è se questa proprietà non generi un impoverimento della società, pertanto si reclama che essi passi allo stato. 

Consideriamo la realtà attuale.
Tutti gli stati sono fortemente indebitati. Con i loro cittadini, con i loro sistemi finanziari e bancari, ma anche con sistemi esteri.
Il debito di uno stato nasce dal semplicissimo fatto che riscuote in tasse meno di quanto spende. La differenza se la fa imprestare.

Se la possibilità di ricorrere al credito fosse riservata al solo obiettivo di compensare deficit e surplus nel corso degli anni, senza dover adeguare anno per anno le aliquote o i metodi della tassazione, ripagando negli anni “buoni” quanto richiesto in prestito in quelli “scarsi”, non si creerebbe il problema.

Ma un governo vuole apparire “buono”, esser rieletto, chiedere poche tasse al popolo e dare molti servizi, e così si indebita, riscuotendo il consenso oggi e lasciando i debiti da pagare ai governi e alle generazioni future. 

Adesso, vorreste forse dare la possibilità di creare denaro, da una parte, e contemporaneamente di spenderlo, dall’altra, ad uno stato così maldestro nell’amministrare i propri conti, tanto da esser oberato dal pagamento degli interessi sui prestiti richiesti precedentemente?

Sarebbe esattamente come consegnare il libretto degli assegni e la facoltà di emetterli a chi si sapesse che non ha un soldo in banca ma in compenso ha già una montagna di debiti.
Chi pensa che una simile cosa sarebbe saggia ?
La storia è maestra, e basta andare a cercare cosa accadde tutte le volte che i vari stati si misero a generare denaro per pagare debiti (quasi sempre in occasione di guerra), per farsi passar la voglia di riprovarci. È vero quindi che tutto il denaro nasce come prestito da parte del sistema bancario, ma come si dovrebbe esser capito è pochissimo influente chi sia il proprietario del denaro, quanto invece la discussione dovrebbe portarsi sul quanto PAGHIAMO tale servizio, ovvero su quel numerino che è il tasso di interesse, e che costituisce il ricavo del sistema bancario e contemporaneamente l’impoverimento della società in cui tale sistema opera. 

Esempi di cosa accadde quando la "stampante" fu data in mano allo stato 

Nel maggio del 1775 stava approntando i preparativi per la guerra contro la Gran Bretagna, il Congresso fu messo di fronte al dilemma di come finanziare e rifornire l'esercito che l'avrebbe combattuta.
Invece di tassare i cittadini, si decise di ricorrere alla stampa di una moneta di carta, il Continental dollar, e di immetterla sul mercato, con la promessa di accettarlo in pagamento per eventuali tasse future.
Si chiedeva infatti ai singoli stati di ricorrere alla tassazione per “ritirare dal mercato” quei certificati e dar modo così al Congresso di stamparne altri senza che questi si deprezzassero eccessivamente.
Gli Stati, infatti, si guardarono bene dall'imporre nuove tasse e così i certificati rimasero in circolazione, deprezzandosi nei confronti dei “dollari di metallo” ogni giorno di più.
Alla fine della guerra quel pezzo di carta emesso dallo Stato non valeva più nulla tanto che fu coniato il modo di dire “not worth a Continental” (non vale un Continental) per indicare un oggetto di scarsissimo valore. In tantissimi furono rovinati ma non tutti i contemporanei giudicarono l'operazione come un disastro. Per Benjamin Franklin, anzi, il Continental fu una “macchina meravigliosa” che pagò e tenne rifornito l'esercito, si pagò da solo attraverso il suo deprezzamento e funzionò come una tassa equa.

Diciamo che fu una tassa pagata da chi li aveva incassati.
A pochi anni di distanza, nel vecchio continente, si stava consumando la Grande Rivoluzione che ci ha tramandato i valori della libertà, uguaglianza e fraternità, accompagnati però dal Terrore di Stato e dalla moneta di carta straccia per eccellenza: l'assegnato.
Si stamparono 400 milioni di assegnati nel 1790, poi altri 800, in un'escalation che portò, nel 1795, alla stampa di 33 miliardi di assegnati per coprire le spese statali. A quel punto l'assegnato aveva un potere d'acquisto che era solo più un seicentesimo di quello iniziale per cui si pensò di cambiare.
Si introdusse un'altra moneta, il mandato, che nominalmente valeva 30 assegnati, e si ripartì con la spinta inflazionistica: nel giro di pochi mesi, da febbraio ad agosto del 1796, la nuova moneta era già scesa al 3% del suo valore iniziale.
Ci pensò Napoleone Bonaparte a reinstaurare il sistema monetario metallico, intuendo che fosse più popolare e più saggio per lui depredare le nazioni conquistate invece dei suoi concittadini. 

Il campione indiscusso (con John Kennedy) dei sostenitori della moneta di Stato rimane però Abramo Lincoln con i suoi Greenbacks. Anche qui, nulla di nuovo sotto il sole: una guerra (stavolta civile) da combattere e la necessità di integrare le maggiori entrate garantite dalle nuove tasse e tariffe imposte, con ulteriore liquidità senza ricorrere a prestiti che avrebbero avuto condizioni molto svantaggiose.
Invece di “andare per strada a chiedere prestiti”, tuonavano voci dai banchi del Congresso, “preferiamo affermare la dignità ed il potere del Governo di emettere le proprie banconote.”
E così fu, dal febbraio 1862. 

150 milioni di banconote di valore legale per il pagamento di tutti i debiti privati, delle tasse e per l'acquisto di terra e... di titoli di stato. Le conseguenze furono quelle che ogni economista si aspetterebbe, portando alla scomparsa dalla circolazione delle monete metalliche, al deprezzamento dei Greenbacks e quindi, nel luglio dello stesso anno, ad una nuova emissione governativa: altri 150 milioni.
Alla fine della guerra erano stati stampati più di 400 milioni di Greenbacks ed il cambio con il dollaro (metallico) era sceso dalla parità al 39%.

L’ultimo esempio è quello offerto dalla repubblica di Weimar, che stampò marchi fino a che il valore del Papiermark crollò da 4,2 per ogni Dollaro statunitense a 1.000.000 di marchi per Dollaro nell'agosto 1923 e a 4.200.000.000.000 per dollaro il 20 novembre. L'1 dicembre venne introdotta una nuova valuta con il tasso di cambio di 1.000.000.000.000 di vecchi marchi per 1 nuovo marco, il Rentenmark. 

Andrea Mensa 
Febbraio 2010

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=6751

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Re: BANCHE E DENARO (Voto: 1)
di AlbertoConti il Mercoledì, 10 febbraio @ 03:02:00 CST
(Info Utente | Invia un Messaggio) 
Caro Andrea, adesso capisco da dove nascono tante baggianate sulla questione monetaria, che i negazionisti del signoraggio impugnano a difesa del sistema bancario vigente. E' riduttivo definire questa schiera come "negazionisti del signoraggio", come è riduttivo parlare di signoraggio per descrivere la gigantesca truffa monetaria-finanziaria nell'area euro-dollaro (e sterlina, ovviamente). Ma bisogna pur intendersi con parole di uso comune, anche se inadatte alle circostanze e in parte fuorvianti. Tra le tante sciocchezze mi limito, per ragioni di spazio e di tempo, a sottolineare la distinzione tra "spendere" e "prestare" denaro, da parte di qualsivoglia soggetto, anche una banca centrale. Da quando il denaro non è più merce dal valore intrinseco, diciamo simbolicamente dal 15 agosto 1971, è diventato un puro e semplice contratto di debito-credito tra due parti, il debitore e il creditore. Questo è vero per tutte le forme del denaro. Quello che le distingue è il contenuto del contratto, le regole e le clausole che più o meno esplicitamente contiene, siano esse leggi di stato o regole liberamente sottoscritte tra privati, comunque garantite dal diritto appellabile all'autorità pubblica (giustizia fondata sul diritto). L'unica differenza sostanziale tra banconote e altre forme variamente liquide, cioè facilmente cedibili a terzi, è che il debito-credito della banconota non ha data di scadenza. Per questo solo motivo dovrebbe essere dichiarato nullo, irragionevole come contratto, ma qui interviene l'autorità dello Stato ad imporre questo oggetto, la banconota prodotta da una ben precisa persona giuridica con tanto di Copyright, come valuta unica a corso forzoso, come base monetaria sulla quale conformare tutte le altre forme del denaro. Non importa se le banconote sono ridotte in massa complessiva a un misero 5% del circolante effettivo, in via di ulteriore diluizione fino a dosi omeopatiche, quel che conta è il principio giurisdizionale! La banca centrale autonoma dagli altri poteri ha il monopolio assoluto della fabbricazione delle banconote e il sistema bancario di cui è espressione ha il monopolio della ricettazione (o riciclaggio) di questa come di qualsiasi altra forma del denaro. Denaro moderno, non più merce, ma non certo privo delle vecchie caratteristiche di unità di conto, di scambio, di accumulo del valore commerciale. Chiarito questo, la distinzione tra "prestare" denaro e "spendere" denaro cade come una pera matura. Il denaro si cede in cambio di pari controvalore commerciale numericamente definito, non esistono eccezioni a nessun livello, non possono esistere per pura logica intrinseca all'artificio denaro così congeniato. La conseguenza ovvia, che nessun tecnicismo bancario potrà mai confondere, è che il denaro "permanente" in forma di banconote viene speso la prima volta dal costruttore, assimilabile alla nota figura del falsario (es. Totò, nel famoso film). Non esiste altro modo per "mettere in circolazione" le banconote. Tutte le altre forme di denaro "impermanente" vengono continuamente costruite e distrutte all'atto, rispettivamente, della sottoscrizione del contratto debito-credito e all'atto della conclusione del medesimo, sancito dal movimento opposto del capitale (più interessi) tra i sottoscrittori (o i portatori ultimi del contratto ceduto). Sembra che questo denaro impermanente sia cosa provvisoria, di poco conto, ma in realtà la sua massa dinamica è relativamente stabile nel tempo e assume proporzioni gigantesche (a prescindere dalla "liquidita" che è solo una delle sue caratteristiche). Il costruttore dal nulla di questo denaro è indebitamente avvantaggiato a goderne i benefici per tutto il tempo di vita del contratto, anche trent'anni per un mutuo-casa di fonte bancaria. La banca percepisce la restituzione rateale di capitale più interessi per trent'anni, senza alcuna uscita reale di valore, senza costi, dal momento che essa stessa, come sistema globale, movimenta tutti i flussi possibili di questo tipo di denaro. In quanto registratore contabile, notaio di ogni singola movimentazione, il sitema bancario usa la finanza per arricchirsi a spese dei produttori di ricchezza, come il più grosso parassita mai concepito per qualsiasi organismo vivente.

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Tassi (III PARTE) di Andrea Mensa
Post n°2559 pubblicato il 07 Febbraio 2010 da lucarossi82
 
Tag: curiosità, economia, finanza


Tassi

Ora che ho fatto giustizia del signoraggio sulle banconote (chissà poi perché solo sulle banconote e non sul denaro elettronico), ben diverso da quello sulle monete in metallo di valore, e sul discorso circa la proprietà del denaro, vero dal punto di vista teorico ma insulso dal punto di vista pratico (la gestione del denaro, dal controllo anticontraffazione, a quello sulla quantità di liquidità circolante, è materia estremamente tecnica, che, se è vero che teoricamente la può fare chiunque, è altrettanto vero che non tutti sono attrezzati ed hanno l’esperienza del sistema bancario), e soprattutto pericoloso se si volesse affidare tale compito a chi, coprendosi di debiti, dimostra di non avere affatto le idee chiare e le capacità pratiche di farlo.

Guadagnatomi così il titolo di “amico delle banche”, voglio invece qui dimostrare quanto la mia azione sia solo rivolta a combatterle sul terreno appropriato, ovvero sulla loro fonte di guadagno.

Una delle bufale che vorrei subito sfatare è che questo discorso riguardi solo qualcuno, magari solo gli industriali. No ribadisco , riguarda tutti, ma proprio tutti, clienti o no delle banche.

Un’azienda ha bisogno di capitali. Qualsiasi azienda.

Per il semplice fatto che da quando inizia una produzione, a quando incassa il ricavato dalla sua vendita, passa del tempo durante il quale non può stare ferma, ma deve iniziare una seconda produzione, poi una terza, e via dicendo.

E queste produzioni hanno dei costi che invece vanno pagati subito, materie prime, semilavorati, mano d’opera, locali, ecc….

Quindi o l’azienda dispone di mezzi propri, ma allora sono fondi che invece potrebbero essere impegnati in ricerca, nel miglioramento dell’efficienza dell’azienda stessa, comunque in investimenti più produttivi, oppure i mezzi derivano da prestiti bancari.

Comunque, sia in un caso che nell’altro, l’uso di tali capitali rappresenta un costo, che come tutti i costi viene scaricato sul prezzo finale del prodotto. Che paga l’utente, ovvero tutti noi.

E non pensiate che siano percentuali irrilevanti, in quanto ad ogni passaggio della filiera dalla produzione all’utente finale, ogni singola azione avrà lo stesso problema.

Così avrà bisogno di capitali chi coltiva, ma anche chi raccoglie, e chi trasporta, e chi confezione, e chi distribuisce all’ingrosso, e chi al dettaglio, ecc…

Tutti passaggi che richiedono , come ho detto, capitali.

Vedete quindi, come il costo del denaro lo veniamo a pagare tutti, su ogni bene che giornalmente acquistiamo.

Adesso, io non voglio sostenere l’assurdo che il servizio del denaro dovrebbe essere gratuito, la gestione della massa monetaria non è affare da dilettanti, richiede risorse e competenze, ma qual è un giusto compenso per tale servizio ?

Faccio un esempio per chiarezza.

Se in un certo momento storico, il pane risultasse troppo caro per le possibilità della popolazione, sarebbe corretto chiedere che la panificazione avvenga da parte dello stato anziché dei fornai ?

O non sarebbe più opportuno ad esempio aumentare la concorrenza tra i fornai, o dopo accurata analisi, trovare quali punti della filiera dalla farina al pane, si potrebbero fare interventi calmieratori ?.

Verrebbe spontaneo o no domandarsi perché alcuni riescono a vendere il pane a 2 euro al chilo ed altri lo vendono a 5 ? 

Ed anche se tale differenza fosse giustificata da una grande differenza di qualità, ma la qualità inferiore rispondesse comunque ai minimi di sicurezza e igiene, allora sarebbe solo un problema dei consumatori, liberi di scegliere la qualità più confacente alle loro tasche, ma se quello a prezzo inferiore fosse estremamente limitato in quantità, grazie ad un accordo tra i fornai, allora sarebbe anche giusto intervenire a sanzionare tale cartello.

Quanto si può facilmente rilevare oggi rispetto al sistema bancario sono i seguenti fatti:

a) chi vi lavora è super pagato (per i livelli inferiori, non dico che dovrebbero semplicemente guadagnare meno) e le retribuzioni non reggono il confronto con gli altri settori.

15 mensilità più un premio ( che equivale ad un’altra mensilità) contro le 13 degli altri. Livelli sia degli impiegati che degli operativi decisamente più alti (un cassiere guadagna ben più della cassiera del supermercato, ma quest’ultima non guadagna nemmeno la metà del primo, pur maneggiando soldi con la stessa responsabilità).

Non parliamo poi della dirigenza e degli amministratori, le cui retribuzioni, tra stipendi e bonus, rappresentano un vero scandalo, soprattutto quando agli altri lavoratori si richiedono sacrifici.

Con questo non sostengo che bisogna togliere loro qualcosa, sostengo che se un sistema può guadagnare nonostante costi simili, forse non si tratta più di guadagno ma di rapina nei confronti del resto della società.

b) non è vero che il guadagno di tale sistema sia stabilito solo dal “mercato”.

Esso ha il monopolio nella gestione del denaro e la protezione dello stato, ma com’è che lo stato viene ripagato di tali vantaggi concessi ?.

È vero che tutti i fornai si approvvigionano di farina dalla stessa fonte, è anche vero che grazie alla loro organizzazione offrono sia pane a 2 euro al Kg. Che quello a 5 o 6 o più, ma questo grazie al fatto che essendo migliaia, possono coprire tutte le esigenze.

 

c) Nel sistema bancario ci troviamo invece di fronte ad alcuni grandi gruppi, che a tutti gli effetti dettano le regole a tutti gli altri, in un clima di cartello esplicito o implicito che comunque non favorisce la concorrenza, ma soprattutto dimenticando di agire in concessione da parte dello stato.

 

d) Lo scandalo maggiore sta poi proprio nelle dimensioni raggiunte da alcuni gruppi, dalla loro capacità di condizionamento sia del mercato che della politica, che, se è pur vero che la dimensione può impattare sulle sinergie che si creano portando a risparmi anche notevoli, è anche vero che di ciò il pubblico non ne trae alcun vantaggio sostenendone invece gli svantaggi.

Aziende “troppo grandi per fallire” oltre ad esser portate ad agire irresponsabilmente nei confronti sia del mercato che dell’intera società, con l’unico obiettivo di aumentare i guadagni della propria dirigenza e proprietà, finiscono poi di scaricare i costi delle loro azioni più rischiose sullo stato e quindi sulla collettività stessa.

 

Quanto sostengo quindi, è che il sistema così com’è oggi, costa troppo alla collettività in rapporto ai vantaggi che porta.

Non sostengo neppure che l’attività bancaria debba esser gratuita, o peggio ancora gestita dallo stato, vista l’incapacità congenita dello stato stesso di far quadrare i propri conti.

Quanto sostengo invece è che:

a) Occorre aumentare la concorrenza, evitando la formazione di gruppi “troppo grandi per fallire” che quindi riprendano la piena responsabilità delle loro azioni.

b) Occorre stabilire un contrappeso alla arbitrarietà nello stabilire i tassi passivi ed attivi in funzione del fatto che agiscono in clima di concessione e protezione da parte dello stato.

c) Ridistribuire i vantaggi ottenuti con gli aumenti di produttività e sinergie più equamente tra azienda e pubblico.

d) Ricordarsi che il pubblico ha sempre, se organizzato, la grande arma di sanzionare la morte di ogni istituto, semplicemente spostando i propri soldi.

 

 Un 10-15% di correntisti che togliessero in breve tempo i loro averi da un istituto, ne decreterebbero il fallimento immediato, e questo fatto non dovrebbe mai esser dimenticato, ne dal pubblico ne dal sistema bancario. Con sistemi di comunicazione efficaci e veloci come quelli che ci offre la tecnologia odierna, il fatto che il sistema bancario è un servizio alla società, e non è invece la società un servizio al sistema bancario, ripeto e ribadisco, questo fatto non dovrebbe mai esser dimenticato da alcuno.

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