27.11.08

LaRouche: dalla paura al panico,
con l'arrivo del crac dei derivati

25 novembre 2008 (MoviSol) - Il mondo finanziario e politico è passato “dalla paura al panico”, ora che si passa alla fase successiva della disintegrazione totale del sistema finanziario, ha dichiarato il 21 novembre l’economista Lyndon LaRouche. “Stiamo assistendo all’esplosione della bolla dei derivati, di svariate migliaia di miliardi di dollari” ed è questo a indurre il panico, ha aggiunto LaRouche.

Alla fine del giugno 2008, stando a dati ufficiali, compilati dallo U.S. Comptroller of Currency, l’esposizione totale in derivati delle tre principali banche americane – la JP Morgan Chase, Citicorp e la Bank of America, superava i 179.000 miliardi di dollari. Stando alla Banca per i Regolamenti Internazionali, i contratti derivati aperti a livello mondiale documentabili avevano superato i 675.000 miliardi di dollari, che è in realtà solo una frazione dell’esposizione totale.

In novembre, i clienti degli hedge funds avevano la possibilità di ritirare i depositi senza pagare alcuna penale e questo fattore, unito all’esplosione in corso della bolla dei derivati, si riflette ora sulla situazione dei mercati. In effetti tutti gli istituti finanziari negli Stati Uniti, in Europa e in Asia sono coinvolti nel crollo dei derivati, ma nessuno ha il quadro preciso dell’esposizione degli altri.

Finora solo LaRouche ha prospettato una via d'uscita coerente: la riorganizzazione fallimentare di tutto il sistema finanziario globale, a partire dalla cancellazione di tutti gli obblighi in derivati. "La mia soluzione costituisce una minaccia esistenziale per l’intero sistema finanziario anglo-olandese della globalizzazione. Lo so io, lo sanno molti banchieri e esponenti di governo in tutto il mondo, e ovviamente lo sanno i britannici. Ecco perché la paura è diventata vero e proprio panico".

http://www.movisol.org/08news287.htm



Di che morte morrà il sistema finanziario: iperinflazione o iperdeflazione – o entrambe?

26 novembre 2008 (MoviSol) - L'attuale tendenza deflazionistica dell'economia mondiale sembra apparentemente contraddire l'analisi larouchiana dell'esplosione iperinflazionistica. Rispondendo ad un quesito durante la teleconferenza del 18 novembre scorso, Lyndon LaRouche ha chiarito che "ci sono due diverse tendenze, a livelli diversi. [...] Ci troviamo in una situazione intrinsecamente iperinflazionistica, ma anche, allo stesso tempo, iperdeflazionistica". Il crollo dell'economia reale è causato dal collasso finanziario. Il commercio è in caduta libera perché non ci sono più lettere di credito, e l'intera dinamica è determinata dal crollo della bolla dei derivati. "Questo è il grande botto", ha ammonito LaRouche. "Ci avviciniamo alla resa dei conti".

Per capire il rapporto tra le due tendenze opposte, si deve considerare il tasso di crollo dell'economia reale, "il che significa che ci muoveremo verso la disintegrazione assoluta dell'economia mondiale. Se si tenta di mantenere il sistema ci si avvia verso uno scoppio iperinflazionistico. Se non si prende la strada dell'iperinflazione, ci sarà uno scoppio iperdeflazionistico alla base. O l'uno o l'altro".

A riprova che certi ambienti sono pronti a innescare l'incendio iperinflazionistico, l'Independent del 24 novembre ha pubblicato un articolo di Stephen King, direttore economico della Hong-Kong and Shangai Banking Corporation, che chiede di "avviare la stampante" per fermare la deflazione. Il taglio dei tassi d'interesse non è sufficiente a far ripartire l'economia, imprigionata in una spirale deflazionistica, scrive King. Anche se la Banca d'Inghilterra e la BCE hanno spazio di manovra, la Fed ha ormai raggiunto il limite. Serve qualcos'altro.

"Questo 'qualcos'altro' deve essere la monetizzazione. Bisogna avviare la stampante. La monetizzazione richiede la creazione di nuova moneta, che poi viene pompata nell'economia [...] Una critica ovvia a questa politica è che essa toglie valore all'offerta monetaria e, perciò, crea inflazione. In circostanze normali, ciò è vero. I governi che hanno fatto ricorso alla stampante sono spesso finiti nell'iperinflazione, come scoprì la Germania di Weimar negli anni '20 e lo Zimbabwe ha scoperto oggi. Ma quelli odierni sono tempi eccezionali".

http://www.movisol.org/08news288.htm

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